Ma cosa sono diventato, perdio! Che diritto avete voialtri d'ingombrare la mia vita, di rubare il mio tempo, di frugarmi nell'anima, di succhiarmi il pensiero, di volermi vostro compagno, confidente e informatore? Per chi mi avete preso? Sono forse un attore salariato per recitare tutte le sere, dinanzi ai vostri musi da schiaffi, la commedia dell'intelligenza? Sono forse uno schiavo comprato e pagato che debba inchinarmi ai vostri capricci di sfaccendati e offrire in omaggio tutto quello che so e fo? Io sono un uomo che vorrebbe vivere una vita eroica e rendere più sopportabile il mondo ai suoi occhi. Se in qualche momento di debolezza, di abbandono o di bisogno, scaglio nel mondo qualche sdegno raffreddato in parole, qualche sogno infagottato in immagini, pigliatelo o buttatelo via, ma non mi seccate. Sono un uomo libero; ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo, ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, con la sola musica del mio cuore. Cosa volete da me? Quel ch'io voglio dire lo stampo; quel che voglio dare lo do. La vostra curiosità mi fa stomaco; i vostri complimenti mi umiliano; il vostro tè mi avvelena. Non debbo nulla a nessuno e ho da fare i miei conti soltanto con Dio; se esiste.





