Hey Teachers, leave Paul alone!!!
Troppo facile parlare adesso di Paul Pogba.
Si possono scrivere, e ancor più facilmente dire tante cose oggi del giovane centrocampista francese.
Ma quanti, quest’estate, sapevano chi era questo ragazzone che la Juventus è riuscita a prendere a parametro zero?
Sia chiaro, non mi riferisco ai tifosi. Loro sono perdonati, è normale che l’emotività la faccia da padrone, e anzi, meno male che sostengono a gran voce un giovane di così belle speranze.
Il problema di fondo sono gli addetti ai lavori: giornalisti, osservatori, opinionisti, e chi più ne ha più ne metta.
Ma vuoi che Sir Alex si sia sbagliato? Fosse stato forte non l’avrebbe mai svincolato, vi pare?
Le domande sono tante, a rispondere ci pensa Paul.
Quest’estate lo avevano anticipato in pochi: si, Ferguson si è sbagliato. Capita, errare Humanum est.
Scagli la prima pietra chi è senza il peccato di essersi lasciato scappare un fenomeno, chi non ha creduto su un calciatore poi esploso.
Certo, col senno di poi tutti bravi, non dimentichiamoci che la Juventus una quindicina d’anni fa scaricò senza troppi pensieri un inconcludente Titì Henry, poi esploso in terra d’Albione.
I bianconeri forse si sono rifatti: giovane francese di belle speranze, sfiduciato dal suo ex club che l’aveva preso correndo ben più di qualche rischio da un club francese di modeste dimensioni, inserito subito in prima squadra ed esplosione immediata che lo ha fatto diventare idolo.
Stiamo parlando di Henry o di Pogba? Io di paragoni ne ho sentiti tanti dopo Juventus – Udinese: è uguale a Vieira, sembra Rijkaard, ma nessuno che l’ha paragonato al primo Henry. Eppure la storia parla da se, è solo il percorso ad essere inverso. Per carità, anche il possente Vieira venne scartato dal Milan, ma qui è una questione di Juve.
E’ questione che nell’estate 2012 arriva Pogba a Torino, ed è un coro di: “belle speranze, vediamo cosa fa in primavera”. Non la stagione, proprio la squadra.
Da qui una persona che segue lo sport può farsi un bel po’ di idee, ossia chi scremare tra quelli che “se ne intendono” e quelli che “vediamo cosa fa in primavera”.
Il tanto bistrattato Marotta il suo bel lavoro, per una volta possiamo dirlo, lo ha fatto. Il resto ce l’ha messo Mister Conte, che sul ragazzo ha avuto subito fiducia, inserendolo nel gruppo della prima squadra in maniera inamovibile.
E il ragazzo paga, perchè segna contro il Napoli un gol che fa esplodere lo Juventus Stadium, perchè il primo gol con l’Udinese sembrava una bomba alla Seedorf (ve l’avevo detto che l’hanno accostato a tanti), e per togliersi lo sfizio, il secondo gol lo ha fatto tirando un missile rasoterra, che dalla distanza è un tiro molto più difficile da eseguire rispetto ad un tiro a mezza altezza o a spiovere.
Allora lasciate che i “maestri” che quest’estate lo vedevano bene con la primavera si spertichino di lodi e paragoni su Pogba, ma io continuo a dire la mia, ossia che Pogba assomiglia a Pogba. E basta.
Perchè un ragazzo così è unico, e forse, in futuro, saranno altri giovani ad essere accostati al suo nome.
Pogba contro i soloni del calcio. Deve mettere la testa a posto, però intanto si è fatto un’improbabile cresta bionda. Deve essere più disciplinato in campo, e ha segnato una doppietta da urlo.
Diciannove anni, diciannove partite. Eccolo un altro bel paragone: erano diciannove partite quelle che avevano visto maramaldeggiare da imbattuta la squadra dei “maestri” del calcio del Barcelona.
Quella squadra che gioca un calcio magnifico, ma i favolosi calciatori che la compongono non calciano verso la rete se non sono ad almeno 10 metri dalla linea della porta avversaria.Segnare possibilmente entrando in porta col pallone.
Nella sera in cui quelli che traducono il gioco della play station nella realtà, un ragazzino esplode due volte tutta la sua voglia di rompere le teorie. Avrebbe potuto tirarla fuori dallo stadio, in curva, in fallo laterale. “Eccolo, il solito frettoloso, aspetta, stoppala, dalla. Ancora acerbo, troppo immaturo”.
Nel paese dove se calci da metà campo e sbagli sei un’idiota, Pogba ieri è salito in cattedra.
Scuola Manchester il ragazzo, dicono. Ma non fatemi ridere. Questi numeri li mostrava già quando trascinava l’Under – 16 del Le Havre in coppia con Gueida Fofana. Solite teorie che basta passare per un top club per diventare per magia un top player.
Agli opinionisti, osservatori, allenatori, dico che oggi è troppo facile parlare bene di un ragazzo che ha segnato due gol pazzeschi allo Juventus Stadium, ma Pogba non è un carro su cui salire a piacimento. Stesso procuratore, stessa cresta, stessa voglia di emergere, aspetto da voi soloni quest’altro paragone, tanto per farmi ancora quattro risate alle vostre spalle.
Resta dove sei Paul, sei sulla strada dei mattoni gialli.