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Hispania a picco, non è sulla lista della FIA: (brutte) storie di debiti, rischi e risse

Da F1web

L’iscrizione al campionato del 2013 bisognava presentarla entro il 30 novembre, secondo le nuove condizioni che alzano la quota di partecipazione e anticipano le scadenze. La FIA sabato ha diramato la lista delle squadre, che scendono a 11 perché l’Hispania non c’è.

Sorpresa? Mica tanto. Pedro de la Rosa al Gran Premio del Brasile diceva: “Nessuno di noi sa quello che può succedere alla squadra, ma bisogna ipotizzare che il team andrà avanti”. Invece il team non solo ha bloccato il lavoro in fabbrica, ma ha pure rescisso il contratto ai dipendenti.

L’Hispania è il risultato di un’operazione che è partita nel 2009 quando la FIA ha lanciato il bando per selezionare tre squadre nuove. All’epoca c’era ancora Max Mosley. Adrian Campos vinse un posto in griglia, poi lo passò a Jose Ramon Carabante che a sua volta alla fine del 2011 l’ha lasciato a Luis Pérez Sala. Ma da una dirigenza all’altra il quadro finanziario è rimasto sempre precario.

Per esempio l’Hispania non ha mai avuto i fondi per investire nel kers. A Melbourne nove mesi fa si è presentata senza nemmeno un chilometro di test e poi non ha superato la tagliola del 107% in qualifica. Ad Austin tutto il paddock sapeva che il bilancio era in rosso per almeno 40 milioni di euro.

In Brasile la situazione era paradossale anche dal punto di vista della sicurezza, perché secondo quello che riferisce pitpass.com, ai piloti era stata offerta la possibilità di non correre affatto, sulla base dei rischi di tenuta dell’impianto frenante. Lunedì nella sede di Madrid è scoppiata una rissa quando otto meccanici in stato di ubriachezza dopo il volo di rientro da San Paolo del Brasile hanno contestato il licenziamento.

Toni Cuquerella, il direttore tecnico, su Twitter è chiarissimo: “Quattro anni fa avevo suggerito ad un amico di lanciare un team di Formula 1. Adesso, dopo tre anni, si sta scrivendo la pagina finale della storia dell’HRT”.


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