Giano, il dio romano custode dell’universo e il dio dell’inizio, sembra in qualche modo essere tra i protagonisti delle memorie di Christopher Hitchens, per quella strana capacità da parte dello scrittore inglese naturalizzato americano di guardare allo stesso tempo avanti e indietro e per essere stato un personaggio così controverso nella sua carriera di giornalista, saggista, critico letterario e commentatore politico.
Lui, Christopher Hitchens, ha qualche idea di come cominciò a trovarsi immedesimato in due modi di pensare diversi.
Ricorda quando era in piedi su un traghetto che stava attraversando una baia d’incanto e un bellissimo sole illuminava il cielo e il mare disegnando anche il modo in cui queste due distese si riflettevano a vicenda. La sfumatura di verde che ne risultava contrastava in modo deciso con la vegetazione sulle pendici delle colline e produceva una combinazione intensa e scintillante nel momento in cui colpiva gli edifici bianchi di fronte al mare.
“Come un lampo di dramma e bellezza, di marina e paesaggio, è un ricordo inaugurale bello quanto lo si potrebbe desiderare.
Dato che questa piccola crociera avviene verso il 1952 e io sono nato nel 1949, non ho mezzi per sapere che si tratta del Grand Harbour della Valletta, capitale della minuscola isolastato di Malta e una delle più belle città europee caratterizzate da uno stile tra rinascimentale e barocco. Gioiello incastonato nel mare tra Sicilia e Libia, è stata per secoli un luogo bifronte tra mondo cristiano e mondo musulmano. La sua popolazione è così schiacciantemente cattolico-romana che all’interno della cinta muraria c’è una pletora di chiese riccamente ornate: in particolare, la cattedrale vanta tele di Caravaggio, quel seducente devoto della depravazione. L’isola sostenne uno dei piú lunghi assedi turchi della «cristianità». Ma la lingua maltese è una versione dialettale dell’arabo parlato nel Maghreb ed è la sola lingua semitica scritta in caratteri latini. Se per caso vi capiterà di trovarvi in una chiesa maltese durante la celebrazione della messa, potrete vedere il prete alzare l’ostia eucaristica e invocare «Allah», perché questo, in fin dei conti, è il nome locale per «dio». Il mio primo ricordo, in altre parole, è di una frontiera sbrindellata e frastagliata, e insieme porosa e affascinante, tra due culture e due civiltà.”
Flirtare con la doppiezza è una strategia rischiosa, ma Hitchens non ha mai avuto paura di affrontare i suoi detrattori.
Si è sempre distinto per la sua tenacia e per il suo spirito dissacrante e laicista, per una marcata avversione nei confronti di ogni forma di religione, ma anche per la sua ironia, la sua lealtà esemplare e per il suo brillante modo di argomentare.
Si definiva un ateo ostile al pensiero religioso in sé e per sé, che considerava “non solo una falsità”, ma soprattutto un male.
Hitch 22 forse non è un vero e proprio libro di memorie, non è nemmeno un saggio politico. E’ una via di mezzo. Leggendola viene in mente la biografia di Anthony Burgess e, stranamente, quella del migliore amico di Hitchens, Martin Amis.
Twitter:@marcoliber
Christopher Hitchens
Hitch 22 le mie memorie
Stile Libero Extra
Einaudi
2012