I perchè, a questo punto, sarebbero anche marginali. Perchè la violenza è violenza, e quindi, di per sé, priva di giustificazioni o motivazioni.
Una considerazione, però, può valer la pena di farla. Mi sembra che certa parte del mondo arabo, quella più profondamente integralista, abbia ormai da tempo preso atto dell’impossibilità reale di condurre una vera e propria guerra nei confronti dell’Occidente.
Troppo ampia è la sproporzione di forze in campo. Qui giunti, l’unica strategia vincente, o perlomeno percorribile, è israelizzare il conflitto. Colpendo random. Utilizzando, come fossero armi, individui facilmente suggestionabili.
E’ una strategia che non vuol condurre alla vittoria. Perchè sono integralisti, mica coglioni, e lo sanno che così non si vincono le guerre. Ma si genera una tensione sottopelle che alla lunga strema. E’ una strategia che ha come unico scopo generare odio verso il mondo arabo in quella fetta di opinione pubblica che ancora predica la tolleranza.
Conosco israeliani che sono, oggettivamente, ottime persone. Ma che dicono cose, sugli arabi, da far accapponare la pelle. Persone che in un sistema normale, di media convivenza (non amore, eh, media convivenza) con gli arabi ci sarebbe potuta anche andare d’accordo. Perchè, mi ripeto, sono davvero persone perbene, di per sé.
Ma in quella situazione? In quella situazione, no. E posso comprenderli (sebbene non giustificarli in toto). Ché se ogni mattina faceste una carezza ai vostri bimbi prima di andare a scuola col timore di non vederli rientrare perchè un autobomba fa saltare uno scuolabus, non sareste così ecumenici, aperti di mente e spirito, pronti all’integrazione.
Siamo umani. Miseramente umani. E loro vogliono portarci lì, esattamente lì. A farci perdere ciò che eravamo, ciò che ci siamo costruiti a fatica in quel lungo periodo di pace seguito alla seconda guerra mondiale (che prima mica eravamo così, eh, magari proviamo a ricordarcelo).
Vogliono fare dell’Europa e degli Stati Uniti tante piccole Israele, fino a spingerci alla cacciata dei Mori. All’espulsione dell’arabo. Per poter dire poi quanto siamo cattivi. E prendere il sopravvento a casa loro. In ragione delle nostra cattiveria e protervia.
Che come strategia, è anche funzionale. E fermarla, sarà la vera sfida. Impedire loro di trasformarci in ciò che faticosamente abbiamo cercato di lasciarci alle spalle. Che, per dire, un mondo in mano ai califfati, da un lato e alle Le Pen e ai Farage (ma anche ai Salvini) dall’altro, non è una prospettiva rasserenante.