Il mio punto forte sono le gambe, lunghe e affusolate. Sempre abbronzate. Le mie caviglie sottili e i miei glutei tondi e torniti le tengono perfettamente tra parentesi. Ho 29 anni, e gli uomini per strada si girano a guardarmi, con la lingua a penzoloni ed erezioni imbarazzanti nella patta.
Quando sono sottovento, riesco a stordirli con i miei profumi ricercati, da femmina di classe.
Il mio corpo non conosce cattivi odori, ma sintetizza solo fragranze seducenti, piacevoli, che fanno innamorare. Non conosco i peli superflui, né l’alitosi, né la forfora, né qualsiasi altra miseria del corpo.
Ho una vulva perfetta, accogliente, che si lubrifica sempre alla perfezione ed è capace di regalarmi orgasmi multipli puntuali e gratificanti. Non ho ossessioni, né fobie, né paranoie. Ho solo un equilibrato egocentrismo e una moderata autostima: cose che, lo sappiamo bene, non guastano mai.
Adoro i bambini, e vorrei sapermi creare una famiglia numerosa senza rinunciare alla carriera.
Amo la gente, sono un animale sociale e mondano, interattivo e iperattivo.
Faccio moltissimi sport e il mio tono è sempre al massimo. Ho una memoria pazzesca e adoro vivere nell’ordine. Se fossi americana sarei repubblicana.
Adoro il caldo, il sudore e i maschi sovrappeso: mi piacciono gli uomini da cantiere, sboccati e sudici, che sanno tirare fuori la mia parte animale. Ma è meglio non dirlo, le vere signore non lo dicono mai.
In amore sono dolce e accondiscendente, santa in cucina e puttana a letto: perché io so come tenermi stretto un uomo. Non sono mai stata mollata, infatti.
Ho fiducia nel mio prossimo, ma ho più fiducia se il mio prossimo è italiano, meglio ancora se lombardo purosangue. Perché io so distinguere la gente per bene.
Sono contro l’immigrazione, più che altro perché quei maschioni che arrivano da sud sono puro distillato di testosterone ambulante, e non c’è storia: se li lasciamo integrare come si deve quelli ci scopano tutte e agli italiani non resterebbe che la sodomia o il suicidio. Capisco quindi i nostri fidanzati e mariti, che ne hanno così paura: io sto dalla loro parte e rifiuto la multiculturalità.
Questa potrei essere io se fossi berlusconiana. Perché essere berlusconiani in molti casi – escludendo gli stipendiati diretti o indiretti, intendo – significa essere dei drogati. Non perché lo sappia per certo, ma perché, razionalmente, bisogna essere dei drogati per credere a certe cose. O meglio, la tecnica è quella della CC (Cazzata Clamorosa), sparata con convinzione attraverso i media (tipo il problema rifiuti a Napoli risolto in 48 ore, L’Aquila ricostruita in un mese, l’emergenza profughi chiusa a Lampedusa, la cura per il cancro in un anno, non metteremo le mani nelle tasche degli italiani, gli epilatori antiprostituzione ecc.), e poi ripetuta ad oltranza dalla Corte dei Miracoli a seguito del Premier. Più la Cazzata è Clamorosa, e più il potere di penetrazione nei cervelli della gente sembra essere frutto di una sedazione di massa. I berlusconiani paiono disposti a credere a qualsiasi cosa venga loro propinata, sembrano vivere in una sorta di mondo parallelo fatto di proiezioni allucinatorie mandate in onda all’infinito (tipo la mia visione là sopra, a furia di ripeterla, diventerà vera?).
Il succo è che voglio anch’io diventare berlusconiana e tuffarmi nella tana del Bianconiglio. Perché questa Italia non si può più reggere, e l’unico modo per sopportarla, amarla, viverla, è accedere alla droga. Che sappiate, bisogna tesserarsi al PDL per avere le dosi?
COMMENTI (1)
Inviato il 20 maggio a 21:08
Grande post.