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Trama: Hrundi V. Bakshi è un goffo attore indostano che, per errore, viene invitato ad un party esclusivo. Inutile dire che l'ospite inaspettato riuscità ad infilarsi nelle situazioni più imbarazzanti...
Recensire Hollywood Party è impossibile: bisogna vederlo. Potrei chiudere qui il post e pentirmi per non avere mai recuperato prima d'ora questo capolavoro di comicità, arguzia e bravura attoriale (visto a spezzoni di sfuggita da bambina) visto che sto ridendo da sabato ogni volta che mi tornano in mente le scene migliori. Guardando il film mi sono detta più volte che, al confronto, considerati anche l'epoca e i mezzi di produzione, le grandiose feste concertate da Luhrmann per Il grande Gatsby sono dei pallidi surrogati della verve con cui Edwards mette in scena le sequenze finali di Hollywood Party che, come le migliori sinfonie, comincia quasi sottotono, inserendo qualche gag qua e là, per poi deflagrare come una coloratissima e delirante bomba che mescola vodka, piscine, russi, schiuma a volontà, musica e persino un elefante. E' l'innocente voglia di vivere che spazza via le rigide convenzioni dei ricconi di Hollywood, le cui sregolate feste a base di alcool e vizi sono tuttavia scandite da un rigido protocollo che tramuta in noia anche l'eccesso, è la gentilezza naif di uno straniero in terra ostile, di un imbranato "candido" che vorrebbe essere attore e non lo sarà probabilmente mai, è l'incredibile bellezza di una ragazza scalza che, vestita in jeans e maglietta, svetta su tutte le altre elegantissime e banali invitate.
In mezzo a questo trionfo di costumi, scenografia e musiche, c'è ovviamente lui: Peter Sellers con il suo indimenticabile Hrundi V. Bakshi. Definirlo genio sarebbe ancora poco, basta la sua sola presenza per far scattare l'applauso e la risata. Se, infatti, la sua fisicità rende ancora più esilaranti le gag previste dalla sceneggiatura (una su tutte, quella del bagno, ma anche l'inizio con la trombetta ha il suo perché), anche durante i momenti più "tranquilli" il suo sorrisetto, lo sguardo stralunato e l'assurdo modo di parlare, reso benissimo da un doppiaggio e adattamento italiano magistrali, metterebbero a dura prova anche i musoni più incalliti (momento clou: Claudine Longet che canta con la sua voce meravigliosa mentre il sorridente e apparentemente rapito Sellers non riesce più a trattenere la pipì). A dargli man forte c'è un codazzo di personaggi strampalati o iperseriosi, e per questo ancora più divertenti, tra i quali spicca il cameriere ubriaco Levinson, interpretato da Steve Franken, eletto dal mio cuoricino idolo in seconda di Hollywood Party. Altro non ho da aggiungere, perché ogni mia parola sarebbe troppo poco per esprimere quello che ho provato davanti a questo film; la gioia di non vederlo a casa da sola ma di condividere questo capolavoro con un'intera sala di gente piegata in due dalle risate è qualcosa che posso solo augurarvi di provare un giorno, così che possiate capire tutto quello che il mio post non riuscirebbe a trasmettere!
Del regista e co-sceneggiatore Blake Edwards ho già parlato qui.
Peter Sellers (vero nome Richard Henry Sellers) interpreta Hrundi V. Bakshi. Inglese, lo ricordo per film come La signora omicidi, Nudi alla meta, Lolita, La pantera rosa, Il dottor Stranamore, Casino Royale, La pantera rosa colpisce ancora, Invito a cena con delitto, La pantera rosa sfida l’ispettore Clouseau, La vendetta della pantera rosa, Oltre il giardino e Diabolico complotto del Dr. Fu Manchu. Anche sceneggiatore, regista e produttore, è morto nel 1980 all’età di 54 anni.
Se Hollywood Party vi fosse piaciuto consiglio la visione di A qualcuno piace caldo, La pantera rosa e magari anche Il dittatore dello stato libero di Bananas. ENJOY!!
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