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Homeland: trionfo meritato

Creato il 27 gennaio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Antonella Albano Homeland: trionfo meritato Homeland è fra le serie televisive statunitensi che nel 2012 ha forse mietuto più premi dedicati. Gli Emmy Award e i Golden Globe non sono mancati alla serie in sé, alla protagonista femminile, Claire Danes, e a quello maschile, il rosso Damian Lewis (che qualcuno conoscerà per la brillante e ironica interpretazione nella serie investigativa Life). Chi ha potuto seguirla da noi in Italia – la prima stagione di dodici episodi è stata trasmessa in prima assoluta da febbraio ad aprile 2012 sul canale satellitare Fox – avrà potuto capire il perché di tanto successo di critica e di pubblico, e noi ora vogliamo parlare di questa serie, la cui seconda stagione sarà mandata in onda, sullo stesso canale, dal 30 gennaio.
Il titolo scelto per la versione italiana risponde all'esigenza di svelare di primo acchito di cosa si tratti: infatti Homeland – Caccia alla spia è già una dichiarazione di intenti, volta a incoraggiare i diffidenti. L'idea portante dello show, come spesso accade di recente, non è made in Usa, bensì viene da una serie israeliana, Hatufim, ideata da Gideon Raff, che narra le vicende di tre soldati israeliani tornati a casa dopo una prigionia durata 17 anni e delle conseguenze di questa prigionia nelle loro vite personali, e delle incongruenze nelle loro testimonianze che portano inevitabilmente a dubitare di loro. In seguito la 20th Century Fox Television ha acquistato i diritti sulla serie, affidandola agli sceneggiatori Howard Gordon e Alex Gansa.

Così la storia diventa quella di Nicholas Brody, sergente dei Marine creduto morto in Iraq, che invece era rimasto prigioniero nelle mani dei terroristi islamici, per ben otto anni. Al suo ritorno, tutti lo celebrano come un eroe, solo Carrie Mathison, un'analista della Cia, che ha avuto un'informazione vaga, ma da una fonte valida, è convinta che Brody possa essere una spia di Al-Qaeda: il perfetto infiltrato nei gangli del potere, soprattutto quando il vice presidente degli Stati Uniti comincia a vedere in lui uno specchio per le allodole che gli porti consensi fra i votanti americani, alle imminenti elezioni. Quello che Carrie vuole è prevenire a tutti i costi un altro terribile attacco terroristico su suolo americano.


Homeland: trionfo meritato Quali sono i punti forti di questo show? Un mix di ottima sceneggiatura, gestione della trama e di capacità interpretative dei personaggi principali. Prima di tutto il tema è scottante: l'atteggiamento statunitense rispetto alla minaccia del terrorismo islamico, problema urgente dopo l'11/09, ma soprattutto rispetto ai possibili errori compiuti dall'America, ritenuta a parole “forte e buona”. Infatti, (SPOILER per chi non ha visto la prima stagione) nel passato del vicepresidente degli Stati Uniti si nasconde un'onta, una colpa, che è la coscienza macchiata dell'anima americana, traumatizzata dall'ingiustizia di Guantanamo.
Lo show dunque ha ritmi serrati perfetti e capacità di gettare cliffhanger a ogni piè sospinto, ma soprattutto consente un'immedesimazione in Brody e in Carrie, due anime in pena, le cui vicissitudini personali sono seguite da presso, e che sono destinate a incontrarsi.

Infatti Brody ha i seri problemi del reduce a livello fisico e psicologico, aggravati dalle torture a cui è stato sottoposto, a livello fisico e psicologico. Coerentemente col plot iniziale, torna in una famiglia che lo credeva morto, e la moglie, dopo ben otto anni, aveva cominciato una relazione proprio con il migliore amico di Brody, che, per tutto il tempo, aveva protetto e sostenuto lei e i bambini.


Homeland: trionfo meritato
Morena Baccarin, l'attrice che interpreta Jessica Brody, ha un pedigree notevole: il ruolo che l'ha fatta conoscere è stato quello di Inara, in Firefly di Joss Whedon, e poi ha raggiunto la notorietà interpretando la gelida Anna, in V. Nella serie, l'uomo che era suo marito è scomparso e lei fa del suo meglio per comprendere e accogliere questo sconosciuto, le cui reazioni la spiazzano.

Brody riesce a barcamenarsi ottimamente mostrando all'esterno il viso dell'eroe che tutti vogliono vedere in lui, ma in verità sente una inadeguatezza e un'estraneità che gli gridano di fuggire. I suoi due figli, soprattutto la problematica e sensibile figlia adolescente, però hanno bisogno del padre e lui non vuole a nessun costo tradire la sua famiglia. Eppure, essere stato per anni privato di qualsiasi contatto umano e poi essere stato accolto e considerato da un personaggio apparentemente importante, fra i suoi carcerieri, ha spezzato le sue difese e, durante il buco nero nel quale per tutti era morto, gli ha fatto sviluppare un rapporto stretto con quest'uomo pericoloso


Homeland: trionfo meritato
Gli spettatori, nel corso degli episodi, sono chiamati a chiedersi chi sia Nicholas Brody, l'eroe che appare essere? Un uomo ferito e traumatizzato, ma sostanzialmente innocente, e segretamente convertito all'Islam per non impazzire nella solitudine assoluta, oppure una spia perfetta, come risulta anche possibile grazie alla sua capacità di dissimulazione e di gestione di due diversi caratteri e identità?

Carrie, d'altro canto, la donna che sola dubita di lui, è un personaggio altrettanto complicato, se non di più: ha esperienza sul campo in Medio Oriente, ha un intuito formidabile, ma i suoi superiori in generale non sono disposti a fidarsi di lei, quando tutte le apparenze le sono contro, nel sospettare di terrorismo quello che agli occhi di tutti è un eroe di guerra. Riveste sostanzialmente le funzioni della “Cassandra”, colei che prevede sventure e a cui nessuno crede. Il segreto di Carrie però – che la mette in qualche modo sullo stesso piano di Brody – è che lei è malata di disturbo bipolare, come suo padre, deve cioè assumere farmaci per evitare di cadere negli eccessi di una sfrenata paranoia di tipo ossessivo, con picchi di eccitazione e depressione. Nessuno è a conoscenza di questo segreto, a parte la sua famiglia. È sostanzialmente un genio nel suo lavoro, arriva con le sue intuizioni dove gli altri non sono capaci di arrivare, ma la sua vulnerabilità deve rimanere nascosta, per non minare per sempre la sua credibilità.

La trama prosegue così in una continua altalena, perché noi spettatori non sappiamo decidere mai, nella prima stagione, chi sono davvero i personaggi che abbiamo davanti, e nuovi colpi di scena, nuovi tasselli del passato o del presente riescono a spiazzarci continuamente.

Anche la seconda stagione, dopo aver perso qualche colpo, è riuscita a tenere il passo con la prima e Carrie e Brody si sono avvicinati abbastanza da essere l'un altro gli unici amici e i più spietati nemici, mentre Al-Qaeda minaccia sempre più da vicino il cuore dello Stato americano. La storia d'amore che nasce fra loro è struggente, ambigua, desolata e passionale.

Probabilmente queste componenti diverse, in cui si mischiano la spietata autocritica a un sistema corrotto, l'immedesimazione possibile in un uomo che ha potuto vedere il “nemico” dall'interno e odia la corruzione del sistema, pur amando ancora la sua famiglia e il suo essere americano, questi eroi bifronti, improbabili per la loro vulnerabilità, ma puri nel profondo, hanno conquistato gli spettatori americani per primi, e poi anche gli altri, grazie alla trama ben gestita e a interpretazioni impeccabili.


Homeland: trionfo meritato
Infatti Claire Danes e Damian Lewis danno prova di memorabili prove d'attore e hanno ben meritato i premi ricevuti. I comprimari non sono da meno, non da ultimo Mandy Patinkin, che interpreta Saul Berenson, il supervisore e mentore di Carrie, offrendo il personaggio della spia “umana”, di cui non doversi, alla fine, vergognare.
In conclusione il successo è dovuto anche al fatto che questa non è solo una serie che parla solo di spionaggio, ma anche di problematiche familiari, di una controversa storia d'amore e delle ferite non rimarginate di un paese, che ha paura del nemico, ma ha anche un bisogno profondo di capirloCarrie Mathison, Nicholas Brody e il rapporto fra gli USA e i suoi nemici interni ed esterni possono offrire ancora molto, dunque non possiamo che raccomandare la seconda stagione di Homeland, sempre di dodici episodi, mentre la terza stagione, conquistata grazie agli ottimi ascolti, andrà in onda in America dal 29 settembre 2013

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