Lo stesso Maugham aveva una personalità multiforme, che si rifletteva sui suoi gusti sessuali come nelle scelte professionali, che lo videro medico oltre che collaboratore del ministro della difesa (leggere: spia), sceneggiatore e drammaturgo, e viandante tra il Vecchio e il Nuovo mondo, fino a giungere ovviamente in Oriente; Maugham guardava il mondo nelle sue mille sfacettature con un tono vagamente acre (alcuni direbbero cinico), scandagliando crimini, deliri e incesti senza problemi, dipingendo le sfumature emotive e le contraddizioni degli uomini senza mai scomporsi. “Ho incontrato troppi criminali in vita mia per poter pensare che siano peggiori di noi”.
Ma queste sono parole a vuoto: le uniche parole da ascoltare sono quelle che ci racconta Gaze, capo della polizia a Tanah Merah, o farsi scortare ad Honolulu da Winter, sotto coperta dal capitano Butler, per sapere della sua bella fanciulla indigena; oppure cedere alla penosa Mrs Grange, che ansima dalla voglia di confessare perché è diventata una povera pazza, o sedersi al tavolo a giocare a bridge con i Cartwright, favolosa coppia ultra sessantenne, torbidamente unita ad un ricordo poco chiaro.
Magari alla fine non ve la sentireste neanche voi dichiamare Maugham al telefono per scambiarci quattro chiacchiere, come diceva proprio il giovane Holden a suo proposito, ma non potrete negare di aver viaggiato, nel tempo, nello spazio e nei contorti angoli della mente umana, e di averlo fatto con sommo piacere, cullati dal caldo vento esotico dell’estremo oriente e dalla voce suadente del suo autore.
Azzurra Scattarella
W. Somerset Maugham, Honolulu e altri racconti, Adelphi,2010, € 18