Oggi sono stata con la mia cara cara cara amica Dyana al museo Thyseen a vedere l’esposizione di Edward Hopper,il pittore che secondo me ha colto la verità sulla solitudine umana e sul colore.
Dyana, bella e brava
Hopper nei suoi paesaggi americani riesce a cogliere e trasmettere il senso di desolazione e isolamento, cosa che io cerco di fare quando scatto foto alla squallida periferia di Madrid, perché condivido questa immagine di realismo disperato e un po’ primitivo.
"produci, consuma, muori" detto con poetiche pennellate
In paesaggi deserti grandi strade e timide presenze umane ci lasciano immaginare la possibilità di un movimento umano ma soprattutto economico. Ma dove andiamo spostandoci in questi sconfortanti paesaggi? Cosa cerchiamo? Che stiamo facendo delle nostre vite??
La cosa che più amo di Hopper è il suo modo di vedere e riprodurre i colori, soprattutto l’azzurro (che è il mio colore preferito).
E in generale il suo modo si avvicinare colori freddi e caldi, con una perfetta simmetria che mi fa sentire caldo al cuore.
Alla fine dell’esposizione quelli del Thyseen hanno montato anche un giochino sulle reti sociali, con la riproduzione in 3D del dipindo Sol de mañana
Meno male che Hopper non puó vedere questa orribile bambola gonfiabile
Il giochino consiste nell’inviare un tweet su “a cosa pensa la signorina del dipinto”
Questo è il dipinto originale:
signorina, a cosa sta pensando?
Secondo me la signorina pensa “ci sarà un posticino per me in questa megalopoli che ho di fronte?”e si preoccupa.
Uscite dall’esposizione io e Dyana eravamo un pò emozionate, e siamo andate a berci una birra alla Cafeteria Prado dove abbiamo visto un cochinillo molto triste, più triste della signorina del quadro di Hopper
BUUU ;(
Allora mi sono intrista un poco pure io e me ne sono tornata a casa.
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