Gli elettori statunitensi votano ogni due anni: una volta per eleggere il presidente, la successiva per rinnovare il Congresso e i governatori degli stati membri dell'Unione, poi di nuovo il presidente, e così via.
E ogni due anni, arrivando alle urne, si ritrovano qualche scheda in più per i ballot, i nostri referendum. Lo scorso martedì sono stati 130 i ballot in giro per i vari stati.
Si andava dal modificare le regole sull'uso della marijuana (California, Arizona, Oregon e South Dakota), a nuove regole per le votazioni nei sindacati, alla copertura sanitaria, alla modifica delle norme per caccia e pesca.
Un distretto della città di Pittsfield nel Massachusetts ha messo ai voti un tema caldo, anzi hot, very hot.
La questione ai voti era la seguente: siete d'accordo a che "females of any age may be unclothed from the waist up in public anywhere males may be, including in print and on film" ?
Un appello alto alla parità: dovunque sia possibile per un torace maschile mostrarsi in versione nature, che lo sia anche per i toraci femminili.
Com'è andata? Hanno prevalso i No, 6.855. Però i Si non sono stati pochi, anzi: in 2.934 si sono espressi a favore di questa misura di equità sociale.
La proponente del ballot, la signora Katherine Gundelfinger, si ripromette di provarci ancora, perché sembra che il movimento liberatorio stia prendendo piede, ha anche un sito di riferimento, GoTopless.org.
Tra gli eventi promossi dal movimento: GoTopless in Venice Beach, California (bene), GoTopless in Miami Beach, lo scorso 22 agosto (bene), GoTopless in Chicago (qui un'occhiatina al meteo la darei, prima di benedire la manifestazione).
Da noi? Il tema non è nell'agenda del governo, o almeno non che io sappia. Ci si può organizzare, però: un referendum da agganciare alle prossime elezioni, che qualcuno prevede davvero prossime. Chissà che, finalmente, non si torni a superare la soglia minima di partecipazione.
Buon venerdì.
ì
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