6 Novembre 2014
Carissimo Franco Bomprezzi,
Mi chiamo Luca Lapi.
Sono nato il 17 Marzo 1963.
Sono diversamente abile (con paralisi agli arti inferiori ed agli sfinteri) a motivo della Spina Bifida e dell’Idrocefalo diagnosticati subito dopo la mia nascita, ma non ho più la Spina Bifida e l’Idrocefalo, oggi, ma la lesione neonatale, la malformazione di cui vivo i postumi.
La Spina Bifida e l’Idrocefalo non sono malattie.
Non sono malato di Spina Bifida e di Idrocefalo.
Non ho la Spina Bifida e l’Idrocefalo.
Ho avuto la Spina Bifida e l?idrocefalo che, poi, mi hanno portato a disabilità più o meno importanti con altre conseguenze a livello neurologico.
L’esperienza che ne è derivata mi ha portato a considerare, inizialmente, questo mio stato un problema con cui sarei stato costretto, per sempre, a convivere e, convivendoci, mi avrebbe portato, spesso, ad autocommiserarmi.
Mi ha portato a non vederne, da piccolo, che i lati negativi: sedia a rotelle (che consideravo una vergogna a motivo del dito puntato dai bambini più piccoli verso di me, ieri ed oggi), non potere fare ciò che altri potevano quando e quanto volevano.
Ma l’esperienza che ne è derivata, a posteriori, mi ha portato a vederne anche i lati positivi: le mie diverse abilità possono essere risorse da porre a servizio dei più bisognosi, ricchezze da condividere con tutti.
Mi ha portato a intravedere le diverse abilità, apparentemente nascoste nelle mie disabilità: non posso camminare con le mie gambe, ma posso farlo con la mia mente, il mio Cuore e la mia Anima.
Sono più sensibile verso chi vive situazioni di disagio peggiori.
Altri lati positivi, nella mia vita, sono stati l’Inserimento Terapeutico nella Biblioteca Comunale della mia città e la possibilità, per un periodo di tempo, di guidare un’auto apposita.
Cordiali Saluti
Luca Lapi
6 Novembre 2014
Grazie Luca per questa testimonianza molto utile per comprendere la differenza tra una situazione patologica e la complessità della persona con disabilità.
Franco Bomprezzi