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Quando uscì lo scorso anno in primavera, fu un quasi flop in Italia. Vuoi la distribuzione a stagione finita, vuoi la poca pubblicità o vuoi che la paura di un nuovo Twilight attanagliava in molti, solo pochi si sono spinti in sala. Il passaparola sembra però essere servito, e con la massiccia e martellante campagna promozionale unita all'ascesa ad idoli dei vari protagonisti, questo Hunger Games ha già scalato il boxoffice e promette scintille.
Promette scintille anche la trama, che non fa pesare il suo essere un secondo capitolo, ma si arricchisce in profondità e temi importanti, con il vento della speranza -e della ribellione- che si fa sempre più pressante.
Avevamo lasciato Katniss vincitrice morale degli Hunger Games, che salvato Peeta si trovava nella difficile gestione di una notorietà e di una storia d'amore da rendere credibile.
La ritroviamo allo stesso punto, con gli occhi di tutti, ma soprattutto di Snow, addosso, impegnata assieme al compagno in un tour promozionale stressante e ricco di ricordi in attesa della nuova edizione dei giochi.
La sua aria di sfida, però, unita a quelle rivolte taciute ma che iniziano a fomentare i distretti più periferici che la prendono come esempio, fanno rivedere i piani del grande capo che decreta un'edizione per il 75° anniversario che prevede lo scontro tra i vincitori delle edizioni passate.
Katniss si ritrova così nuovamente sul campo da gioco, in preda ad attacchi di panico e totale mancanza di fiducia nel prossimo, mentre noi veniamo ricatapultati prima nell'ormai nota fase preparativa, e poi in un'ambientazione potente e solida, creata dal machiavellico Plutarch che vede la natura, pericolosa ed infida, essere il primo nemico dei tributi.
Con il rodaggio ormai effettuato nel primo folgorante capitolo, il rischio ripetizione, soprattutto vista la nuova edizione dei giochi in ballo, era alto. Ma Suzanne Collins prima e Francis Lawrence poi, si salvano costruendo un'intricata sceneggiatura che prevede colpi di scena, azione, amore e pure momenti comici. In questo mix perfetto, quello che si fa evidente è la morale insita nella storia, con quella ribellione e quella speranza che Katniss non riesce a recepire, preferendo fuggire che affrontare la situazione, ma che riesce ad infondore come simbolo negli altri.
Quella ribellione che parte dal basso, taciuta dai mass media controllati dall'alto, che manipolano e hanno il potere di annientare e smuovere le coscienze inizia così a farsi strada, il seme della speranza è ormai stato piantato, e basterà poco alla stessa Katniss per reagire e prendere in mano il destino dei giochi, arrivando ad una presa di coscienza finale che Jennifer Lawrence, con un semplice sguardo, rende intensa come non mai. La ragazza dimostra qui di meritare quell'Oscar forse un po' prematuro, rendendosi magnetica e magnifica nella sua parte. Ma non vanno dimenticati gli altri personaggi, che oltre ad essere credibili, hanno qui un approfondimento maggiore: basti pensare alla commozione quasi impensabile che suscita ora Effie, o il coraggio di Cinna, o ancora al lato paterno di Haymitch per finire con i tributi altrettanto caratterizzati. Nulla è quindi lasciato al caso, come in una partita a scacchi, ogni pedina ha il suo ruolo, il suo percorso e il suo destino da compiere.
Con i titoli di coda che colpiscono al cuore tra le note di Atlas dei Coldplay, non resta ora che attendere un altro anno (21 novembre 2014, per la precisione), per riprendere le gesta di una ragazza che infiamma lo schermo e i cuori!
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