Dopo 7 anni dalla sua scomparsa, Lettura.it vuole ricordare, il giornalista e scrittore Hunter Stockton Thompson nato nella grande Louisville nel Kentucky il 18 luglio 1937. Autore celebre per aver inventanto il cosiddetto gonzo journalism, un vero e proprio stile di scrittura che miscela sapientemente lo stile giornalistico classico, le opinioni o meglio le impressioni personali e gli artifici narrativi tipici del racconto per produrre un punto di vista estremamente personale e unico sugli avvenimenti e le situazioni descritte.
Thompson comincia la sua carriera come giornalista sportivo per varie riviste per poi approdare al famosissimo magazine Rolling Stone dove a partire dagli anni Sessanta resterà per tutti i settanta e per il quale ha pubblicato diversi libri e innumerevoli articoli. Lo stile che riempie la penna, o meglio la macchina da scrivere (una Lettera 32 dell’Olivetti), di Thompson anche quando redige i suoi reportage, mescola i fatti alle sue esperienze stupefacenti, come ad esempio in“Paura e disgusto a Las Vegas“ che pubblicato nel 1971 (oggi è tradotta da Sandro Veronesi, l’edizione contiene in appendice la Piccola Enciclopedia Psichedelica, un elenco di oltre 200 voci redatte da scrittori,


Thompson moriva oggi 7 anni fa, con un colpo d’arma da fuoco nella sua abitazione presso Aspen, nel Colorado. Ufficialmente la morte è stata archiviata come suicidio; tuttavia Paul William Roberts, giornalista e amico intimo dello scrittore, sostiene che sia stato ucciso. Roberts riporta che Thompson gli avrebbe confidato, pochi giorni prima della scomparsa, di essere a lavoro su un’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre 2001, che confermava alcune delle teorie complottistiche. Roberts sostiene anche che lo stesso Thompson temesse che qualcuno lo uccidesse, facendolo passare per suicidio. Thompson inoltre è morto mentre era al telefono con la moglie, e la dinamica non sembra confermare l’ipotesi del suicidio.