Hurst transit gloria mundi

Creato il 26 agosto 2013 da Calcioromantico @CalcioRomantico

Il secondo gol di Hurst nella finale mondiale 1966

Uno fa tre gol tutti insieme in una partita che capita una sola volta nella vita e solo ad alcuni calciatori, e poi il suo nome rimane negli annali perché uno di quei tre gol diviene simbolo dei favoritismi da sempre riservati alla nazione che i Mondiali li ospita. La vita, la carriera e i miracoli di Geoff Hurst sono racchiusi in questa semplice considerazione che mostra come la parte a volte valga più del tutto.

Sia ben chiaro, l’attaccante del West Ham non è stato un campionissimo, né una pedina inamovibile dell’Inghilterra del 1966, visto che per sir Alfred Ramsey il titolare in attacco sarebbe stato Jimmy Greaves se non si fosse infortunato nel corso della manifestazione. Hurst ha semplicemente saputo farsi trovare pronto al momento giusto, come Totò Schillaci a Italia ’90, ma con l’aggiunta di risultare tre volte decisivo nella finale di Wembley contro la Germania Ovest: alla fine del primo tempo quando di testa su cross di Bobby Moore mette dentro il gol che pareggia il vantaggio iniziale di Haller, in contropiede al 110′ quanto mette al sicuro il risultato, e soprattutto al minuto 11 del primo tempo supplementare quando una bordata di destro che rimbalza sulla traversa e sbatte nei pressi della linea bianca vale il 3-2.
Tutti pronti a celebrare Hurst, 
primo (e finora unico) attaccante ad aver realizzato una tripletta in una finale mondiale? E invece no, perché il gol del 3-2, quello “più decisivo” lo hanno visto solo i giocatori inglesi che festeggiano e il sovietico, ma oggi diremmo azero, Tofiq Bakhramov, arbitro internazionale che per l’occasione fa il guardalinee. Tedeschi e spettatori in tv giurano che quel pallone è rimbalzato al di là della linea bianca e una moviola postuma darà loro inutilmente ragione.

Sic transit gloria mundi, e così Hurst senza Bakhramov è come un comico senza la sua spalla. La riprova che sia stato tutto una farsa si ha nel 2005 quando a Baku decidono di intitolare all’ormai morto Bakhramov lo stadio dove gioca l’Azerbaigian e lo fanno in occasione della partita contro l’Inghilterra valida per le Qualificazioni Mondiali con special guests Platini, Blatter e ovviamente Geoff Hurst. I papaveri FIFA e il vecchio bomber assistono anche al battesimo della statua che ritrae l’arbitro che ha reso famoso il calcio azero nel mondo.

E se pensate che un attempato tifoso tedesco potrebbe giustamente provare rabbia difronte alla statua di Bakhmarov, dovete comunque sapere che alle soglie di quell’ultimo atto del Mondiale 1966 la Germania Ovest ci arriva con la coscienza sporca, anzi sporcata dagli stessi inglesi che poi non a caso faranno valere il fattore ambiente anche in finale. livello quarti di finale, infatti, le federazioni tedesca e inglese si scambiano favori arbitrali. L’Inghilterra opposta all’Argentina usufruisce della lungimiranza dell’arbitro tedesco Kreitlein che espelle il capitano albiceleste Ratti reo di averlo guardato in modo minaccioso e poi convalida il gol decisivo di Hurst (e chi sennò?) in offside. I tedeschi opposti all’Uruguay beneficiano invece della cecità e della permalosità dell’arbitro inglese Finney che prima ignora un mani sulla linea di Schnellinger e poi caccia via due uruguagi per proteste in un colpo solo dopo il gol dell’1-0.
Ciò non toglie che i
l nostro attempato tifoso tedesco avrà accolto con ironico sorriso gol di Lampard non visto in Germania-Inghilterra sul risultato di 2-1 per i tedeschi agli ottavi del Mondiale 2010.

federico


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