Si chiude quest’oggi il 2012 e la redazione di “Geopolitica” vuole riassumerlo in dieci avvenimenti di politica internazionale; dieci avvenimenti che si sono distinti non tanto o non solo per la loro importanza in sé, quanto per le dinamiche di più lungo periodo che soggiaciono ad essi. Eccoli di seguito, in ordine inverso d’importanza dal decimo al primo.
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10. IL RAFALE VINCE L’APPALTO INDIANO MMRCA
La “lotta per la sopravvivenza” dei caccia di quinta generazione
Il 31 gennaio l’India annuncia d’aver selezionato il caccia francese Rafale per un affare d’oltre 10 miliardi di dollari: l’acquisizione di 126 aerei da combattimento multi-ruolo [leggi]. Il principale sconfitto è lo Eurofighter Typhoon anglo-italo-tedesco. Malgrado la partecipazione di Alenia nel consorzio produttore, anche l’Italia conferma la sua preferenza per lo statunitense F-35. Il rischio concreto è che nel giro d’un decennio le catene di produzione del Typhoon e forse anche del Rafale possano chiudere, lasciando gli USA detentori dell’unica linea di sviluppo di caccia d’ultima generazione in tutto l’Occidente [leggi]. Ciò porterebbe a una ancor più significativa dipendenza militare dell’Europa dall’industria bellica statunitense.9. BARACK OBAMA RIELETTO PRESIDENTE DEGLI USA
Confermata la strategia realista di Washington
In novembre Barack Obama è riconfermato presidente degli USA sconfiggendo il rivale repubblicano Mitt Romney, sostenitore d’una politica dal sapore neoconservatore. Si riconferma dunque per altri quattro anni la linea “realista” di Obama, più pragmatica in politica estera, ed è anzi plausibile ch’essa avrà una più coerente applicazione ora che il Presidente è sgravato dalla necessità della rielezione. Il secondo mandato potrebbe dunque vedere realizzarsi l’accomodamento tra USA e Iran, di cui si vocifera da tempo, ed è probabile che confermi il minore allineamento strategico a Israele, l’alleanza d’interesse con gli islamisti moderati, lo spostamento di focus dal Vicino e Medio Oriente all’Asia-Pacifico per contenere la Cina, il conferimento d’un maggior ruolo politico-militare ad alleati e clienti regionali per puntellare la traballante egemonia statunitense tramite una devoluzione delle responsabilità. Ma la grande sfida per Obama rimarrà quella di rilanciare strutturalmente l’economia statunitense trovandole un nuovo modello, dopo il fallimento di quello fondato sul debito e il consumo a credito.8. IL LIBRO BIANCO CINESE SULLE TERRE RARE
Si alza il livello dello scontro sui nuovi minerali strategici
Le terre rare sono diciassette elementi chimici (come torio, lantanio o neodimio) che, per quanto relativamente diffusi, si ritrovano in minerali scarsi – da cui la definizione di “rare”. Le loro applicazioni sono molteplici e cruciali nella tecnologia moderna, dai superconduttori alle fibre ottiche, dai laser ai veicoli ibridi, dai missili guidati agli smart phone. Attualmente il 95% della produzione mondiale di terre rare è localizzata in Cina, che s’avvicina dunque a un monopolio di questa risorsa strategica. Nel 2011 Pechino ha tagliato del 35% le esportazioni di terre rare e nel 2012 ha pubblicato un libro bianco ad esse dedicato, nel quale pone in primo piano la necessità di proteggere l’ambiente e di sviluppare un’industria sostenibile e tecnologicamente avanzata delle terre rare [leggi]. Diversi paesi hanno reagito negativamente: USA, UE e Giappone hanno presentato una denuncia di fronte all’Organizzazione Mondiale del Commercio, India e Giappone hanno stretto un’alleanza nel settore delle terre rare [leggi].7. IL XVIII CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE
La Cina si prepara a sfide epocali
Tra l’8 e il 15 novembre si tiene a Pechino il XVIII Congresso Nazionale del Partito Comunista di Cina. Dopo lo scontro interno palesato dalla caduta in disgrazia di Bo Xilai, la Repubblica Popolare procede verso un ordinato rinnovo della dirigenza (il numericamente più importante da decenni), con la promozione di Xi Jinping, delfino designato di Hu Jintao, alla segreteria generale del Partito. La nuova generazione di dirigenti cinesi dovrà affrontare sfide epocali: mantenere il ritmo di crescita economica pur a fronte della crisi globale; procedere nella graduale conversione da economia d’esportazione alla produzione per il mercato interno; affermare la posizione cinese nel Mar Cinese Meridionale e Orientale, cruciali choke points da cui passano gran parte dei commerci mondiali e in particolare gli approvvigionamenti energetici per la Cina, il Giappone e la Corea del Sud. Il 2012 è stato un anno di forti tensioni tra la Cina e gli altri paesi litoranei nei Mari Cinesi.6. IL VETO RUSSO-CINESE ALL’ONU SULL’INTERVENTO IN SIRIA
Non ingerenza contro R2P
Il 19 luglio i delegati di Russia e Cina al Consiglio di Sicurezza dell’ONU esercitano il proprio diritto di veto bloccando una risoluzione che avrebbe permesso l’applicazione del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite alla Siria: ossia l’intervento esterno per ristabilire “pace e sicurezza”. Si tratta del terzo veto russo-cinese in dieci mesi che va a bloccare risoluzioni patrocinate dalla NATO e dal Consiglio di Sicurezza del Golfo sul paese arabo preda di una ribellione armata. L’evento è significativo per il suo contrasto con la benevola astensione, solo l’anno precedente, alla Risoluzione 1973 che aveva aperto la strada all’intervento armato per rovesciare il governo libico. Il veto è lo specchio di una non ancora superata opposizione della dottrina della “non ingerenza”, cara a paesi come Russia e Cina, a quella della “responsabilità di proteggere” (R2P), sostenuta invece dalla NATO. Due dottrine che, ovviamente, sconfinano dal piano dei puri princìpi per toccare i tangibili interessi delle grandi potenze che sostengono l’una o l’altra.5. LA FEDERAZIONE RUSSA ENTRA NELL’OMC
Nuovo passo avanti verso la ricostruzione della potenza moscovita
Il 22 agosto l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) ha accolto la Federazione Russa quale suo 156esimo membro, dopo un negoziato poco meno che decennale ma che ha permesso a Mosca di strappare condizioni favorevoli. Dieci anni fa l’ingresso della Cina nell’OMC lanciò la strabiliante crescita economica del paese asiatico: oggi la Banca Mondiale prevede un 3% di crescita aggiuntiva del PIL per la Russia. Si tratta dunque d’un momento fondamentale nella faticosa ricostruzione economica della Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la bancarotta degli anni ’90. Oggi il PIL russo è più che doppio rispetto al 1998. Maggiore artefice del successo è sicuramente Vladimir Putin, rieletto presidente quest’anno dopo una pausa quadriennale che l’ha visto comunque ricoprire il ruolo di primo ministro.Per approfondire: Vent’anni di Russia, “Geopolitica”, vol. I, no. 1 (Primavera 2012).
4. L’EGITTO APPROVA LA NUOVA COSTITUZIONE
I Fratelli Musulmani emergono come nuova forza di riferimento nel mondo arabo
In dicembre, dopo una lunga controversia sfociata anche in scontri di piazza, la maggioranza degli elettori egiziani ha approvato la nuova Costituzione del paese, promossa dai Fratelli Musulmani. Il 30 giugno Mohamed Morsi, del partito “Libertà e Giustizia” affiliato all’Ikhwan, ha assunto la presidenza del paese. A un anno dalla caduta di Mubarak, malgrado la vivace opposizione interna, il maggiore paese arabo è in mano alla Fratellanza Musulmana, anima della rivolta in Siria e delle proteste in Giordania, al potere nella Striscia di Gaza, nella coalizione di governo in Algeria e Sudan. Il movimento islamista transnazionale sembra affermarsi quale maggiore forza politica nel mondo arabo, preoccupando tanto Israele quanto le monarchie del Golfo, intrattenendo rapporti ancora intelocutori con gli USA, l’Iran e la Turchia. Ancora molte sono le incognite sull’ascesa dell’Ikhwan e su cosa essa significherà per il mondo, arabo e non.Per approfondire: La “Primavera Araba” un anno dopo, “Geopolitica”, vol. I, no. 2 (Estate 2012).
3. LO STATO PALESTINESE RICONOSCIUTO ALL’ONU
Israele sempre più radicale, sempre più isolato
Il 29 novembre l’Assemblea Generale dell’ONU assegna a grande maggioranza il rango di “Stato non membro” alla ANP. Si tratta del primo riconoscimento della Palestina come Stato dai tempi delle prime risoluzioni post-belliche. Anche la maggior parte degli Stati europei vota a favore, con solo la Cechia contraria. Pochi giorni prima un attacco israeliano a Gaza è stato bloccato dalla reazione diplomatica internazionale, in particolare dall’asse USA-Egitto, e dalla violenta reazione di Hamas i cui missili riescono a colpire anche Tel Aviv. I Fratelli Musulmani ed altri movimenti islamisti stanno prendendo il potere tutt’attorno Israele, portando al governo dei paesi arabi le loro istanze pro-palestinesi e soprattutto mettendo fine a quella disintegrazione strategica del fronte arabo faticosamente raggiunta dallo Stato ebraico. Il tutto, con l’apparente beneplacito degli USA. Nel frattempo, la reazione israeliana (con la costruzione di nuovi insediamenti nei territori occupati) e le previsioni elettorali confermano la radicalizzazione e lo spostamento a destra dell’asse politico in Israele.2. ENTRA IN AZIONE LA COMMISSIONE ECONOMICA EURASIATICA
Una pietra miliare nel processo di reintegrazione post-sovietico
Dall’1 gennaio 2012 è attiva la Commissione Economica Eurasiatica, il cui scopo è istituire il regime tariffario comune nell’Unione Doganale tra Bielorussia, Kazakhstan e Russia. L’obiettivo è giungere a uno spazio economico comune e quindi passare all’integrazione politica, con la nascita nel 2015 di una Unione Eurasiatica. Questi passi suggellano il lungo e faticoso processo di reintegrazione avviatosi in Eurasia subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. La difficoltà del processo è testimoniata dal fatto che, in ultimo, solo tre paesi vi partecipino appieno, anche se la speranza dei promotori è che rappresentino una semplice avanguardia d’una completa reintegrazione post-sovietica. Se il progetto avrà successo, l’Eurasia andrà a rappresentare uno dei poli regionali integrati che comporranno l’ordine multipolare mondiale.Per approfondire: conferenza L’Unione Eurasiatica: sfida od opportunità per l’Europa?, svoltasi a Roma il 19 settembre 2012.
1. LA DICHIARAZIONE DI DELHI
I BRICS sfidano l’ordine economico mondiale
I capi dei cinque paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), riuniti a Nuova Delhi il 29 marzo per il convegno annuale dell’organizzazione, rilasciano questa Dichiarazione congiunta in cui non solo si danno indicazioni di politica economica ai paesi più avanzati o si auspica un più rapido mutamento degli equilibri che governano la Banca Mondiale e il FMI, ma si avvia anche l’iter istitutivo di una nuova banca di sviluppo. A fare epoca, dunque, non è solo il linguaggio con cui i cinque rappresentanti delle economie emergenti si rivolgono a quelle più avanzate (“Non si era mai parlato all’Occidente in questo modo durante tutti questi secoli, dalla Rivoluzione Industriale in poi, ha commentato l’ex diplomatico indiano Bhadrakumar [leggi]), bensì il passaggio ai fatti, con un nuovo organismo – la banca di sviluppo dei BRICS – che farà concorrenza alle istituzioni di Bretton Woods, retaggio dell’ordine costituitosi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Che i BRICS mantengano la propria unità d’intenti fino all’esito di questa sfida lanciata all’ordine economico a dominazione occidentale non è scontato; ma a Nuova Delhi l’organizzazione si è finalmente proposta come centro di potere alternativo alla triade USA-Europa-Giappone.Per approfondire: Conferenza BRICS: opportunità economiche per l’Italia nel nuovo contesto multipolare, Roma, 24 febbraio 2012