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I 100 marchi che difficilmente non vediamo

Creato il 08 ottobre 2012 da Giorgiofontana

I 100 marchi che difficilmente non vediamo.

Interbrand pubblica il suo annuale Report nel quale classifica dal 2001 i 100 Top Brand nel mondo.

Coca-Cola è da 10 anni il primo marchio e questa non è un novità, come non lo sono gli altri nove marchi che si rincorrono nella Top 10.

La classifica presenta questo andamento:
al secondo posto Apple con una performance di valore del + 129 %
al terzo posto IBM con un modesto + 8 %, ma con un recupero notevole dopo gli anni critici
al quartoposto Google con un incremento di + 26 %
al quinto posto Microsoft con una flessione del – 2 %

seguono General Electric, primo marchio tecnologico con un Core non legato al digitale; Mc Donalds, con una notevole performance del + 13%; Intel +12%, Samsumg, che svetta con la sua performance del +44 % e, al 10 posto, la prima del comparto automotive, Toyota .

Nei marchi di entertainment cala vistosamente Disney e sale vistosamente la concorrente distributiva Amazon.

Nel  segmento luxury Louis Vuitton è 17° e Gucci, 38° anche il primo dei brand italiani.
Gli altri due marchi italiani presenti sono lusso a cinque stelle, come Prada e Ferrari, 84° e 99°.
Ferrari è preceduta anche da Porsche, 72° con un +12 %.

MTV precede Facebook, ma la creatura di Zuckerberg, che comunque sconta un anno in chiaroscuro, fa la sua new entry tra i top 100 direttamente al 69° posto.

Criteri e metodologie

I criteri per fotografare in modo oggettivo questo insieme Interbrand li spiega in questa pagina.
Forza del Brand
La forza del marchio misura la sua capacità di assicurare nel futuro le previsioni di utili. Si basa su un algoritmo con diversi fattori che producono una misura da 1 a 100.
Performance finanziaria
Tiene conto del Ritorno dell’investimento sul brand.
Il ruolo del Brand
Escludendo gli altri fattori di acquisto, come il prezzo, misura la parte della decisione di acquisto che è attribuibile al marchio.
I fattori di forza
Sono i 10 elementi che compongono la riconoscibilità di marchio e che determinano la sua persistenza.
Chiarezza, nella detemninazione dei valori di marca, del suo posizionamento nei target e l’offerta di prodotto.
Protezione, il sistema su cui poggia la difesa della marca, la sua alterazione e contraffazione, ma anche la brand reputation.
Autenticità, la risposta alle aspettative dei clienti, i sentimenti positivi che la conferma dei valori comunicati produce.
Impegno, quanto viene corrisposto al Brand in termini di investimenti e interesse da parte dell’azienda e degli stakeholder.
Reattività, la velocitè e l’efficacia con cui il marchio risponde alle sollecitazioni esterne.
Coerenza, la persistenza del marchio in ogni contesto e nelle sue declinazioni.
Rilevanza, quanto è performante il marchio in diverse configurazioni demografiche e eografiche.
Differenziazione, come la personalità del Brand determina il colpo d’occhio dal rumore di fondo e come lo rende riconoscibile tra i concorrenti.
Comprensione, la sua conoscibilità da parte di utenti e non utenti, sia di chi lo abbia usato, sia di chi non ne abbia avuto ancora esperienza.

Scenari

Nell’analisi settoriale del Report, gli analisti di Interbrand, hanno sottolineato come la rivoluzione dei social media influenzi la strategia e le politiche di mantenimento dei Big Brand ma non solo loro.
Interi comparti si muovono trainati dai driver di settore e lo fanno con soluzioni coerenti.
Nel retail di servizi e prodotti ad esempio il post “The New Consumer and the Science of Shopping “ descrive come il consumatore sia diventata una creatura ibrida alla ricerca di esperienze a loro volta ibride, tra il digitale e il senso del reale.
Marchi come Gillette che si stanno imponendo come creatori di nuove esperienze di prodotti per i ‘nativi digitali’ o Campbell che hanno dovuto far fronte alla sensibilità crescente nei confronti di temi come ambiente, salute e benessere, ricorrenti nei social network.
La sensibilità green, che si evolve anche nella percezione che il modello di sviluppo a crescita illimitata è destinato a fallire o a far fallire il pianeta, è una componente anche nella difesa della fedeltà di marca, che cede alla necessità di trovare prodotti meno costosi da parte degli utenti.
Quindi packaging e mood che alimentino la pulsione verso un Mondo migliore sono quelli favoriti, ma anche essere più leggeri,sobri e persistenti, magari per essere presenti 24/7 nell’online.


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