Estratto per riassunto dell'atto di Nascita
di Aurelia Petrone │Comune di Trebisacce
[i] Cfr. Tavola dei Tipi Morfologici e dell’Indice Costituzionale e Come calcolare l’Indice del Pondus, in: V.S.Gaudio, Oggetti d’amore. Somatologia dell’immagine e della bellezza, Bootleg Scipioni Viterbo, Rubbettino Soveria Mannelli(Cz), 1998.[ii]Ne Lo Zen di Mia Nonna, Lijisa è nella 17.La dieta delle Tre Cozze: vi si rivela, tra l’altro, che era “tanto avida di beni terreni per queste ragioni: la sua casa era affetta da una terribile carestia; Falucc, Maestro delle 3 Bisacce di Grano, aveva un magazzino segreto ignoto a tutti ma non a lei, che teneva sempre pieno di grano ma che rispondeva sempre picche alle sue richieste; la barca di suo marito, il Monaco della Grotta, era in pessimo stato e non poteva pescare il pesce che avrebbe voluto. Quando Lijisa, dopo la morte di Faluc, potè accedere al magazzino del grano, non preparò più le 3 Cozze dell’Illuminazione e, ritiratasi tra le montagne della Sila, fece per qualche tempo la “quadarara”. Poi, buttò via tutti gli attrezzi, mangiò tre cozze e fece trasmigrare, fatto starordinario, la sua anima in quella della figlia, che divenne, allora, illuminata e Maestra dello Zen delle 3 Cozze.”[iii] 28.La chiave dello Zen dell’AranciaSino all’ultimo giorno che mia Nonna passò su questa terra, nessuno l’aveva mai vista sorridere. Quando suonò la sua ora, ella disse ai suoi discepoli e ai figli monaci: “Tutti voi avete studiato con me da una vita. Mostratemi la vera interpretazione dello Zen. Chi lo farà nel modo più espressivo e chiaro sarà il mio successore e potrà diventare custode dello Zen dell’Arancia”. Tutti fissarono la faccia inespressiva della Maestra, ma nessuno rispose. Rosa, la figlia minore, si avvicinò al letto e portò la mano verso il petto della madre. La faccia della Maestra si fece più accigliata:”E’ questo tutto ciò che hai capito?” domandò mia nonna. Rosa tolse la mano dal petto della madre e si ritrovò in mano la chiave del cancello dell’aranceto Un bel sorriso illuminò il volto di mia nonna: “ Hai capito che non c’è custode che non abbia la chiave. Brava, ti appartiene!”[da: V.S. Gaudio, Lo Zen di Mia Nonna© 1999].[iv]De Lo Zen… esiste anche una versione nel dialetto del delta del Saraceno: Uzzén i Nonnamjë, che fu fatta su richiesta di Cesare Ruffato per Marsilio Elleffe, a cui , poi, gli si era, tuncu-tuncu, ristretto il budget. La versione dialettale è dotata di un compendio fonomorfologico del dialetto usato(con considerazioni sulla doppia valenza dell’accento e la crasi fonologica) a cura di Alessandro Gaudio e Marisa Aìno. Entrambe le versioni hanno come occhiello: “Al di là delle filosofie e delle dottrine, le storie Zen assurde e umoristiche di un’esistenza-dojo piena di arance chiamata “vigna”, che fanno della vita la contraddizione del suo significato”.
Genealogia del Gaudio ♦ La Petrone del Gaudio