Siamo in molti a porci domande riguardo al reale benessere e al futuro delle bestiole e, nel giro di poche ore, la pagina pubblica di Nadia Toffa è stata riempita di commenti da parte di amanti dei gatti e degli animali.
Pur non potendo accusare nessuno in mancanza di prove (sebbene il servizio sia abbastanza preoccupante di per sé...), in qualità di volontari che operano nel settore dell'assistenza ai randagi e agli animali abbandonati, ci permettiamo di esprimere qualche perplessità riguardo al modo in cui la "colonia" di gatti di proprietà delle due signore è stata gestita.
Innanzi tutto, come Nadia Toffa sembra confermare sulla sua stessa pagina Facebook, nessuno si è preoccupato di appurare se gli animali fossero stati o meno sterilizzati: anzi, la Toffa dice di non sapere se lo siano neppure i sei gatti che le due "proprietarie" hanno deciso di tenere con sé...
Qualora non lo fossero, è inutile precisare che tutto il lavoro di pulizia e di rimessa a nuovo dell'abitazione eseguito a spese del Comune sarà presto vanificato.
Ma come... prima li liberate e poi li sterilizzate?
I volontari della "nota associazione animalista" impazziranno per catturarli nuovamente uno per uno! Inoltre, chi ci assicura che molti gatti non si siano già allontanati dal terreno, rischiando in questo modo di andare ad aumentare il già esorbitante numero di randagi e di diffondere sempre di più gravi malattie come FIV e FELV?
Non riusciamo neppure a capire la scelta della Toffa e della redazione de Le Iene (sulla cui pagina Facebook vengono puntualmente rimossi tutti i commenti e i post riguardanti il caso dei 60 gatti... chissà come mai!?) di mantenere segreto il nome della "nota associazione animalista": nessuno può impedire ai volontari di interessarsi di una colonia di gatti liberi e di sincerarsi sulle loro reali condizioni di salute. Senza contare che, se fosse possibile sapere dove questi animali sono stati accolti e stallati, si potrebbe al contempo organizzare una rete di aiuti (raccolta di fondi per il cibo, servizi di staffette, condivisione di appelli per le adozioni ecc.), in favore dei 60 gatti e della "nota associazione animalista" che ha deciso di occuparsene.
Infine, oltre alle informazioni riguardanti la sterilizzazione, la Toffa nulla ci dice riguardo alle modalità con cui questi animali verranno accuditi e sfamati. Chi si occuperà quotidianamente di loro? Dove verranno stallati gli animali anziani e/o ammalati? A quali recapiti si dovrà rivolgere chi volesse adottare uno dei mici sfortunati?
Proclamati a furor di popolo paladini della giustizia, quelli de Le Iene preferiscono in questo caso stendere un velo di omertoso silenzio...
Il mio invito e quello di molte altre gattare è di non demordere: continuate a postare commenti e messaggi sulle pagine de Le Iene e di Nadia Toffa. Se cala l'attenzione, i mici saranno perduti; ma, se continueremo a chiedere delucidazioni è probabile che finalmente qualche associazione si faccia avanti e prenda in mano la situazione.