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i 7 vizi capitali del Gynepraio

Da Gynepraio @valeria_fiore

1-ACAZZISMO. E’ il vizio di fare le cose a cazzo. Siamo tutti d’accordo che nel mondo ideale faremmo solo le cose che ci fanno piacere, e pertanto le guarniremmo di entusiasmo e cura certosina, rinunciando semplicemente a quelle incombenze che ci creano ansia e angoscia? Tutti d’accordo anche che il mondo ideale è solo una invenzione utile a farci percepire quanto fa schifo la realtà in cui viviamo, altrimenti nota come il mondo reale? Siamo tutti consci che nel mondo reale, a fianco dei rapporti belli e sani improntati su fiducia, confidenza e verità, esistono anche delle tristi convenzioni sociali, dei legami di facciata ai quali non ci si può sottrarre, a meno di non diventare degli emarginati sociali? La mia riprovazione non va a questi ultimi, individui coraggiosi e sprezzanti del pericolo, bensì a tutti quanti decidono di restare nel mondo reale senza però imparare, con un minimo di applicazione e buona volontà, ad accettarne le norme. E quindi fanno le cose a cazzo: ad esempio, i regali di merda, le cene cucinate coi piedi, i lavori fatti col culo. Un regalo di merda, secondo me,

non tradisce tanto l’assenza di gusto del mittente, quanto il suo recondito desiderio di dichiarare a gran voce: “scusa, mai io ‘sto regalo non volevo comprartelo (giacché mi stai peraltro sul cazzo) ma nell’impossibilità di paccare la tua festa adducendo scuse idiote non posso fare a meno di dimostrarti il mio disprezzo regalandoti un orrido set di tazzine che oltre a costare quanto una rotella Haribo non si sposa un cazzo con la tua cucina”. Se a cena servite olive all’ascolana surgelate comprate da Picard, in realtà state dicendo che odiate con tutto il cuore l’idea di toccare una padella. Se quando ti chiedo di farmi avere dei files pesanti entro il 10 giugno e di mettermeli nella cartella XX,  e tu me li mandi via email alle 17:59 del 9 giugno nominandoli come xcvcfh.jpg e shtjblò.pdf intasandomi la casella di posta, stai dicendo chiaramente che nella tua scala di priorità valgo 0. Care vittime dell’acazzismo, al vostro vizio esistono rimedi per non sbagliare, pulire la vostra sozza coscienza salvando capra&cavoli: per i regali sgraditi —>comprate dei fiori, per le cene —>ordinate sushi, per i files —-> procuratevi un’agenda.

2-SPRECHIZIA. E’ il  vizio di sprecare sistematicamente, non per grandeur ma per vezzo. Io non sono una parsimoniosa, non sono una minimalista e, lo confesso, non differenzio la carta (a mia discolpa, non ne produco quasi). Quindi, non prendetemi come una paladina del more with less. Semplicemente, mi fanno imbestialire gli sprechi sistematici. Tipo ordinare un piatto al ristorante e avanzare 1 raviolo (uff, sono pienissima, non ce la faccio proprio), lasciare 2 dita di vino nella bottiglia, tenere la doccia in funzione mentre fa effetto il balsamo, fare palline di pane, caricare il bucato a 60° manco fossimo maiali che si rotolano nel fango 8 ore al dì e non impiegatucoli che stanno in un ufficio con aria condizionata . Ma io dico, questo pianeta di va schifo? Soprattutto, il denaro vi puzza? Io capisco che non abbiate voglia di cambiare il mondo, ma a ‘sto punto i soldi dateli a me e vedete che belle cose ci faccio anziché sprecarli in bollette.

3-RIMARCANZA. E’ il vizio di recapitare notifiche non richieste. Non credo sia difficile da capire, ma vi assicuro che le persone non sono tutte cieche e inconsapevoli. Quindi, apostrofare un conoscente, un collega o financo un amico con “Sei ingrassata”, “Quella gonna ti fa un culone!”, “Hai dormito male? No, sai, perché c’hai delle borse!” non gli farà aprire gli occhi, ma lo rattristerà. Se siete persone che amano intenzionalmente far soffrire il prossimo, per me potete bruciare all’inferno. Se invece siete solo vittime di rimarcanza e sotto sotto volete essere d’aiuto (perché certo, vi spiace molto che la vostra amica si stia gonfiando come un rospo in amore, o che stanotte abbia sognato Equitalia e abbia dormito 20 minuti), allora provate a dirglielo gentilmente. Se da piccoli vi hanno rinchiuso per giorni in una stanza buia e da allora siete insensibili, oppure se per un’eccezione alle leggi di Mendel vi manca il gene della gentilezza, ricorrete al linguaggio non verbale! Potete donare all’interessato un ciclo di massaggi drenanti, o un soggiorno in un relais in Maremma tipo questo. Vi prometto che torneranno snelliti, riposati, senza l’ombra di una occhiaia. In ogni caso, se siete attanagliati dal dubbio rivelo-cosa-penso-del-suo-culone-oppure-taccio-per-sempre il mio suggerimento rimane la seconda.

4-ANNOIEZZA. Non è la semplice accidia, cioè il vizio di annoiarsi: è il non saper che fare del proprio tempo, aggravando quello che già è un peccato mortale con la lamentela. Nel mondo in cui viviamo, così ricco di stimoli, opportunità, occupazioni e attività gratuite o quasi, se non sai come occupare il tuo tempo libero (ovvero la vita) per essere felice, per quanto mi riguarda quel tempo tu non te lo meriti. In realtà qui non è solo il disprezzo, ma anche l’invidia che mi fa parlare, perché io la noia non so neppure cosa sia. Ma siccome mi spiace essere una moralista trombona e retrograda, sarò proattiva: se non sapete cosa fare, scrivetemi e vi manderò una lista personalizzata di idee per occupare il vostro tempo. Se invece volete lamentarvi di altre cose (un’unghia scheggiata, il fidanzato che non mette i vestiti nella cesta dello sporco, il governo ladro), allora chiamatemi pure e troverete moltissima solidarietà.

5-ANTISPORTIVITA’. Forma di rosichite particolarmente diffusa tra le donne e gli antijuventini, consiste nell’incapacità di riconoscere i meriti dell’avversario. Il mondo è pieno di persone competitive, che gareggiano come se non ci fosse un domani, battendosi orgogliosamente fino alla morte, salvo poi perdere e denigrare l’avversario. Come la mucca ha quattro stomaci, il vero sportivo ha due coscienze: una per ammirare l’abilità degli avversarsi, e una per continuare a detestarli con tutto il cuore. Ve lo giuro, si può fare senza sviluppare un disturbo dello spettro bipolare: ci riesco pure io! Pensate che se una persona che detesto ha avuto una buona idea, io probabilmente le faccio pure i complimenti. Poi torno nella mia stanza e ricomincio a odiarla, ovvio, sentendomi però una ragazza molto migliore.

6-RITARDITE. E’ il vizio di chi è cronicamente in ritardo e che pur avvedendosi che questo ritardo ha ripercussioni sulla vita degli altri non fa nulla per cambiare le cose. Il ritardatario cronico non capisce che il tempo è vita, e che di vita ce n’è una sola. So che il tempo è la mia ossessione, e che sono afflitta da questa orribile sensazione della vita che se ne va senza che io riesca a darle un senso e godermela appieno, e un po’ me ne vergogno (so anche che, per la pena del contrappasso, metterò al mondo dei figli lenti, pigri e paciosi che mi guarderanno negli occhi, si ficcheranno tutto l’indice nel naso e scaccolandosi senza pietà mi diranno “Mamma, fattela una risata”)

7-CIBOSTENZA*. IL vizio di opporre resistenza ai cibi nuovi, e in generale la paura ingiustificata di ciò che non si è mai provato. Io lo so che non sono più la ragazza che partiva sul cavallo dei suoi calzoni (cit) e specialmente ora che sono accasata invecchiata, e avverto il peso della pigrizia, dell’abitudine e della responsabilità, i 3 grossi macigni che pendono sul mio collo ben tornito. Per non restarne vittima -e uccidere per sempre quella paxxerella che ero- cerco di non perdere l’interesse per il nuovo e di compiere timidi, piccoli e incrementali passetti verso l’ignoto. Nella certezza che davvero, ve lo giuro, non è mai morto nessuno per aver assaggiato una cosa mai mangiata prima. E poi capitemi, ho disperatamente bisogno di mantenermi elastica: ho da poco traslocato, magari tra qualche tempo cambio lavoro, scrivo un romanzo, avrò il mio programma TV, divento schifosamente ricca e faccio un bambino bello come Gesù. Cose al cui confronto assaggiare una torta fatta di farina di sorgo rosa mi sembrerà una passeggiata nel parco.

*dopo che hanno inventato la morbistenza, direi che la cibostenza non è la peggior disgrazia semantica che potesse capitarci.

vizi capitali

I 7 vizi capitali


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