Ai sette, l’ardua impresa di ricostruire l’immagine del commissariato. E, ovviamente, tre casi da risolvere.
I personaggi, come è facile dedurre già dalla quarta di copertina, hanno un ruolo centrale in questa storia. De Giovanni si è cimentato con il romanzo corale, riuscendo bene nell’impresa. Ogni membro della squadra ha un suo spessore e un suo perché. Sono fatti di ombre e luci, di sogni e di zavorre. E alla fine del libro ci si è già affezionati.
Se da questo punto di vista va tutto per il meglio, la trama gialla purtroppo risulta meno efficace di quella che regge il romanzo precedente. Non si tratta di scarso realismo o di prevedibilità. Anzi. I finali di tutte e tre i casi sono sorprendenti e entusiasmanti. Il problema riguarda la tensione. Se ne “Il metodo del Coccodrillo” la ricerca del killer aveva un’importanza sempre centrale, tenendo il ritmo abbastanza alto, ne “I Bastardi…” la risoluzione dei casi passa – o almeno sembra passare – spesso in secondo piano, rendendo alcuni passaggi un po’ lenti.
Nel complesso, si tratta di un buon romanzo, che non delude e lascia intendere un probabile seguito. L’autore ha compiuto un passo difficile, dando vita a una serie dall’impianto corale partendo da un personaggio nato come investigatore solitario. Ciò gli è ben riuscito, ma come già detto, a costo di qualche calo di ritmo. Dal punto di vista del giallo, si tratta di una storia un po’ meno efficace della precedente.
Se in futuro De Giovanni riuscirà a unire la tensione del Coccodrillo e il team dei Bastardi, potremmo vederne delle belle.
Voto: 8/8 ½
Aniello Troiano