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I Bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio De Giovanni

Creato il 18 dicembre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Da Fralerighe Crime n. 10

I Bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio De Giovanni
Alcuni poliziotti del commissariato di Pizzofalcone hanno commesso un reato molto grave: pressati dal bisogno di soldi, hanno scelto di iniziare a trafficare droga. Venuta a galla questa brutta storia, i dirigenti, dopo l’allontanamento dei colpevoli, hanno iniziato a chiedersi se fosse il caso o meno di chiudere la struttura, ormai completamente screditata agli occhi della gente del quartiere. Nel dubbio, a Pizzofalcone decidono di mandarci “in esilio” gli elementi scomodi di vari commissariati. Oltre all’ispettore Lojacono, reduce da un successo notevole ma pur sempre macchiato dalle parole di un collaboratore di giustizia, saranno scelti: Francesco Romano, detto Hulk, un assistente capo che fatica a controllare la rabbia e le mani; Alessandra Di Nardo, detta Alex, un agente assistente col grilletto facile e una passione nascosta; Marco Aragona, un agente scelto che sembra uscito da un fumetto, occhiali azzurrati, lampade abbronzanti, acconciatura alla Elvis e stile di guida da pazzo spericolato. A completare l’organico, il commissario Luigi Palma, detto Gigi, che aveva già avuto modo di apprezzare le abilità di Lojacono durante le indagini sul Coccodrillo; il sostituto commissario Giorgio Pisanelli, malato e ossessionato da una serie di suicidi sospetti; e infine la vice sovrintendente Ottavia Calabrese, l’esperta di computer con un figlio autistico.

Ai sette, l’ardua impresa di ricostruire l’immagine del commissariato. E, ovviamente, tre casi da risolvere.

I personaggi, come è facile dedurre già dalla quarta di copertina, hanno un ruolo centrale in questa storia. De Giovanni si è cimentato con il romanzo corale, riuscendo bene nell’impresa. Ogni membro della squadra ha un suo spessore e un suo perché. Sono fatti di ombre e luci, di sogni e di zavorre. E alla fine del libro ci si è già affezionati.
Se da questo punto di vista va tutto per il meglio, la trama gialla purtroppo risulta meno efficace di quella che regge il romanzo precedente. Non si tratta di scarso realismo o di prevedibilità. Anzi. I finali di tutte e tre i casi sono sorprendenti e entusiasmanti. Il problema riguarda la tensione. Se ne “Il metodo del Coccodrillo” la ricerca del killer aveva un’importanza sempre centrale, tenendo il ritmo abbastanza alto, ne “I Bastardi…” la risoluzione dei casi passa – o almeno sembra passare –  spesso in secondo piano, rendendo alcuni passaggi un po’ lenti.

Nel complesso, si tratta di un buon romanzo, che non delude e lascia intendere un probabile seguito. L’autore ha compiuto un passo difficile, dando vita a una serie dall’impianto corale partendo da un personaggio nato come investigatore solitario. Ciò gli è ben riuscito, ma come già detto, a costo di qualche calo di ritmo. Dal punto di vista del giallo, si tratta di una storia un po’ meno efficace della precedente.

Se in futuro De Giovanni riuscirà a unire la tensione del Coccodrillo e il team dei Bastardi, potremmo vederne delle belle.

Voto: 8/8 ½

Aniello Troiano



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