' I biscotti di Baudelaire' è un libro di ricette molto particolare. Avete mai sentito parlare di Alice B. Toklas?
Forse no, ma di sicuro conoscerete la sua compagna di vita: Gertrude Stein.
Mi sono imbattuta in questo libro per caso, senza avere idea di chi fosse l'autrice e attirata dalle madeleines in copertina.
E leggendo l'introduzione de ' I biscotti di Baudelaire' (il titolo in italiano, come spesso accade, non mi convince, meglio l'originale ' The Alice B. Toklas Coock Book') ho capito di avere tra le mani non un semplice libro di ricette della cucina francese, ma un vero e proprio tesoro.
Alice B Toklas è stata la compagna di vita della scrittrice americana, colei che nel suo salotto parigino riceveva Picasso (che le fece un celebre ritratto), Hemingway (che sulla sua vita a Parigi e la frequentazione della casa di Gertrude Stein ha scritto il bellissimo 'Festa mobile'), Matisse, Ezra Pound, Georges Braques, Sherwood Anderson, Thornton Wilder, e che per gli scrittori americani della sua generazione coniò il termine Lost Generation (se avete visto ' Midnight in Paris' di Woody Allen potete avere un'idea del fermento culturale di quegli anni e del ruolo che vi svolgeva la Stein).
Anche la nostra Fernanda Pivano passò da casa sua.
Apertamente lesbiche in un periodo nel quale non era facile dichiarare la propria omosessualità (siamo nei primi decenni del XX secolo), Alice B Toklas e Gertrude Stein, entrambe americane, vivevano a Montparnasse e sono sepolte nel celebre cimitero parigino di Pére Lachaise.
Furono compagne di vita dal momento in cui si incontrarono, nel 1907, e fino alla morte della Stein nel 1946 (nonostante qualche tradimento da parte di Gertrude): vissero insieme le due guerre mondiali, l'occupazione di Parigi, guidarono auto per portare rifornimenti agli ospedali francesi (per questo ricevettero un'onorificenza dal governo francese), aiutarono giovani intellettuali oggi famosissimi ma all'epoca sconosciuti, partirono per un tour di conferenze negli Stati Uniti, dove la Stein era già una celebrità, parteciparono a moltissimi pranzi, cene e colazione a casa di intellettuali, diplomatici e svariati amici ricchi.
Il tutto esattamente come una coppia sposata, vivendo d'amore e piccole contrarietà quotidiane.
Ecco perché ' I biscotti di Baudelaire' non è un semplice ricettario: nelle sue pagine, oltre alle ricette dei classici (coq au vin, zuppa di cipolle, insalata niçoise, crème careme, soufflé di violette) si trova anche il racconto della vita quotidiana di Alice B. Toklas e Gertrude Stein, fatta sì dei grandi successi di Gertrude ma anche di banalità della vita di tutti i giorni, l'orto da coltivare, la difficoltà di trovare personale domestico, l'arte di arrangiarsi con quel che si trovava durante la guerra.
Le ricette trascritte dalla Toklas, che lei formulò perché fossero alla portata di americani e britannici, mi ricordano molto quelle di Julia Child: burro a profusione. Insomma, al giorno d'oggi credo che nessuno potrebbe mangiare piatti così pesanti senza lasciarci le penne nell'arco di tre giorni.
Ma se andate oltre questo mero aspetto culinario, il libro in sé è un'immersione nella cucina francese e nella vita a Parigi tra gli anni Dieci e il secondo dopoguerra: molto bohémien per certi versi, a me ha ricordato un po' la scrittura scarna e incisiva di Hemingway come stile.
Le due ricette più famose sono il branzino di Picasso, un trionfo di pesce servito con uova sode, tartufi e maionese rossa ( "ottenuta - scrive la Toklas - non con l'aggiunta di ketchup, orrore degli orrori, ma di concentrato di pomodoro"). E la ricetta che ha dato il titolo al libro, i biscotti di Baudelaire, tra i cui ingredienti figura anche la cannabis.
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