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I Bucks ricostruiscono ma le fondamenta non sono così sicure

Creato il 01 settembre 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Crisi economica e di idee: sembra essere questo il modo migliore per definire la situazione dei Milwaukee Bucks che in questa offseason hanno effettuato delle mosse di mercato che hanno lasciato piuttosto perplessi. Che alcune città degli Stati Uniti non godano di grande salute economica è sotto gli occhi di tutti e anche qualche proprietario delle franchigie NBA sta tirando un po’ la cinghia, cercando di restare sotto al salary cap visto che le nuove regole imposte dal contratto collettivo sono molto rigide e pesanti per chi sfora. Proprio seguendo questa linea guida i Bucks, che l’anno scorso hanno raggiunto i playoff nella Eastern Conference ottenendo l’ottava posizione, hanno operato nel mercato estivo, con mosse che però hanno lasciato qualche dubbio.

Perso Monta Ellis che da free agent ha potuto scegliere dove accasarsi (ha scelto Dallas) Milwaukee si è trovata di fronte al dilemma Brandon Jennings; il bisogno di avere un giocatore di talento in squadra era forte, ma trattenere l’ex Roma, che più volte aveva espresso la volontà di cambiare aria, era troppo rischioso ed ecco che allora è stata messa in piedi una sign-and-trade con i Detroit Pistons per mandare BJ a fare compagnia a Gigi Datome in Michigan, portandosi a casa un altro playmaker, Brandon Knight, sperando di farne la nuova faccia della franchigia, nonostante il suo impatto nella Lega non sia stato di primissimo livello (ci si ricorda di lui per la schiacciata subita da DeAndre Jordan che per altro).
Insieme all’ex Pistons si punta forte su Larry Sanders, per il quale il proprietario Herb Kohl ha rotto il salvadanaio: estensione quadriennale da 44 milioni di dollari più altri 4 di bonus! Il lungo alla sua terza stagione nella NBA ha chiuso a 9.8 punti, 9.5 rimbalzi e 2.8 stoppate, mostrando doti atletiche incredibili ma anche dei passaggi a vuoto mentali piuttosto importanti. I Bucks sperano nella sua completa esplosione e quel contratto potrebbe pesare non poco: il giocatore infatti ne sentirà il peso, come già successo ad altri prima di lui, e se non dovesse rendere come ci si attende le critiche non tarderanno ad arrivare.

Dal mercato dei free agent poi sono arrivati anche OJ Mayo (24 mln per 3 anni), Zaza Pachulia (15.6 mln per 3 anni), Carlos Delfino (9.75 mln per 3 anni), Gary Neal (6 mln in 2 anni), da Minnesota è stato acquistato Luke Ridnour (4.3 mln in scadenza) mentre dal draft Nate Wolters e l’oggetto misterioso greco Giannis Antetokounmpo.
A tutti questi negli ultimi giorni si è aggiunto anche un veterano come Caron Butler (8 milioni in scadenza) prelevato dai Suns in cambio di Ish Smith e Vyacheslav Kravtsov che porta sicuramente conoscenza della Lega e durezza mentale oltre che difesa, ma che non permetterà alla squadra di fare un grande salto di qualità.

Troppe le incognite e i punti di domanda per ambire di nuovo ai playoff, anche se ad Est nelle ultime stagioni il livello delle squadre non è stato così elevato. In piena fase di re-building i Bucks (che ora hanno un cap di $56,723,668) sperano che le loro scommesse siano vincenti (oltre a Sanders e Knight anche Ilyasova dovrà rispondere dell’estensione firmata la stagione scorsa) e che Mayo possa essere quel marcatore visto al college per surrogare la partenza di Ellis. Così non dovesse essere si prospetta una stagione lunga per coach Larry Drew, neo arrivato dopo l’esperienza in chiaroscuro ad Atlanta, e per i tifosi dei Bucks.


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