L’EGOISMO DI POCHI E LA DISPERAZIONE DI TANTI
L’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea per la caccia in deroga della Regione Veneto. Anche lì, come in Lombardia, la maggioranza pidiellin-leghista si prodiga tutti gli anni per elargire quanti più favori possibili alla lobby dei cacciatori. E poco male se poi l’Europa ci sanziona con multe milionarie… La procedura riguarda il 2005, ma da allora le cose sono sostanzialmente invariate.
In Veneto si caccia in deroga – o meglio, in barba – alla normativa comunitaria che pone un tetto massimo di esemplari cacciabili all’anno. Le deroghe sono previste solo in casi eccezionali e documentati.Quest’anno in Lombardia la porcata della caccia in deroga è stata bloccata da una pregiudiziale dell’Italia dei Valori. Ma, sono pronto a scommetterci, il prossimo autunno saremo ancora alle prese con il tentativo di legalizzare il bracconaggio ad opera della maggioranza.
Nella scorsa seduta del Consiglio regionale il presidente Davide Boni (leghista) ha suggerito a noi consiglieri di devolvere la diaria alle popolazioni colpite dall’alluvione in Veneto. Abbiamo tutti accettato volentieri l’invito, ma mi chiedo: i milioni di euro che il Veneto dovrà riconoscere all’Unione europea per la caccia in deroga non si sarebbero potuti utilizzare in modo più proficuo, magari proprio in favore delle vittime delle recenti alluvioni?
Il caso del Veneto dimostra che, prima o poi, le sanzioni dell’Ue arrivano, e sono pesanti. E allora mi piacerebbe che quando multe del genere vengono notificate, a pagarle fossero gli amministratori responsabili di aver approvato provvedimenti così scellerati. Per la legge in deroga sulla caccia, invece, la mano al portafoglio dovranno metterla i cittadini. Tutti. Anche quella maggioranza che non si sognerebbe mai di imbracciare una doppietta.
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