Che Monti abbia fatto danni mi pare assodato. Ha fatto danni perché ha perso la splendida occasione, quasi irripetibile, di poter governare libero da vincoli elettorali, senza dover ripresentarsi alle urne e sottoporsi al giudizio degli elettori e, quindi, libero dalla questione “popolarità” che tanto affligge i nostri politici e li induce a non risolvere i problemi, anche quelli la cui soluzione sarebbe lapalissiana ma, ahimè, impopolare. Monti ha avuto l’opportunità di mettere a frutto la sua presunta competenza e di sanare questioni purtroppo non risolvibili dal politico eletto e rieleggibile. La colpa più grave di Monti, tra le tante che ha, è proprio quella di aver sprecato questa opportunità.
È per questo motivo che ritengo cosa buona la fine del governo Monti e auspico che si vada al più presto a votare, non perché considero che chi gli succederà, chiunque egli sia e da qualunque schieramento provenga, possa far meglio di lui ma perché, quantomeno, avremo restaurato un minimo di democrazia. Si voti quindi quanto prima, anche con l’orribile legge elettorale che abbiamo e che i nostri rappresentanti si sono guardati bene dal riformare, anche con un panorama politico talmente avvilente da indurmi a considerare l’idea di recarmi alle urne per far verbalizzare l’annullamento della mia scheda.
Ma, fino a quella data, è necessario che in Italia ci sia un governo. Ci deve essere una guida, non si può lasciare il Paese ingovernato nemmeno per un giorno in questo frangente storico. E questo, anche il politico più deficiente, lo sa o lo dovrebbe sapere. Ma Berlusconi e i suoi soliti quattro scagnozzi non lo sanno o, se lo sanno, fanno finta di non saperlo, dimostrando ancora una volta, come se ve ne fosse ulteriore bisogno, la loro profonda immoralità, la loro totale mancanza di senso del giusto e della responsabilità, la loro assoluta inadeguatezza. È bastata una parola per dare il via all’eutanasia del governo da parte del centro-destra, un’azione che somiglia tanto alla fuga dei topi luridi untori dalla nave che affonda.
I vertici del PDL sanno bene che restare ad appoggiare il governo Monti è profondamente impopolare, specie rispetto al loro elettorato specifico. Sanno bene che stanno perdendo consensi. Certo, molti voti se ne sono andati perché gran parte degli elettori che hanno in precedenza sostenuto il sistema berlusconiano sembra abbiano finalmente realizzato l’errore commesso. Ma c’è quello zoccolo duro, quello ceco, quello che voterebbe Berlusconi anche tra le fiamme dell’inferno che, di fronte a Monti, perde fede nel capo supremo. Ecco allora l’urgenza di far cadere Monti: riacquistare credibilità da parte di quell’elettorato di bassa qualità che potrebbe garantire ancora un minimo di futuro al PDL. E questo anche a scapito del Paese e degli Italiani. D’altra parte se ne sono infischiati per quasi un ventennio delle sorti dell’Italia, perché dovrebbero farsi scrupoli ora?
Luca Craia