Recentemente sul quotidiano conservatore “Il Giornale” è apparso un ennesimo articolo contro un movimento ecclesiale, “Comunione e Liberazione”, a causa di scelte politiche di alcuni suoi appartenenti. L’Ufficio Stampa del movimento è dovuto intervenire ricordando che «qualunque cosa non abbiano fatto o abbiano fatto i ministri Lupi e Mauro, non può essere il pretesto per attaccare Cl, che nella vicenda non ha alcuna responsabilità».
CL è descritta quasi sempre dai media in modo losco e affaristico a causa di comportamenti personali, a volte illeciti, di alcuni esponenti politici di primo piano che come tante altre persone ne fanno parte. Ma gli errori, anche politici, sono sempre colpe personali, eppure tale generalizzazione è sostenuta anche da tanti cattolici (come Franco Monaco), che contribuiscono alla disinformazione e alla calunnia verso altri fratelli cattolici. Esattamente come la campagna contro l’Opus Dei, che paragona i membri a quelli della massoneria o alla campagna sui casi di pedofilia all’interno della Chiesa, arrivando a parlare in generale di “sacerdoti pedofili”. Ma la realtà non è mai bianca o nera, occorre sempre andare oltre agli stereotipi mediatici. Eugenio Mazzarella, ordinario di Filosofia teoretica all’Università Federico II di Napoli, dove è anche preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, ha appunto criticato chi intende schiacciare CL «sulle vicende della sua “provincia” lombarda, sul suo eccesso “temporalismo”». Il filosofo ha spiegato che quello dipinto dai media non è «il movimento che ho incontrato e in questi anni e che frequento».
Il movimento fondato da don Luigi Giussani, fra poco beatificato, conta la sua presenza in circa 70 paesi del mondo ed è formato da migliaia di aderenti, cattolici impegnati seriamente nella vita e nella fede, tantissimi giovani, studenti e universitari, tanti intellettuali, docenti e ricercatori di primo piano, sacerdoti, vescovi (ad esempio mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca) e cardinali, migliaia di onesti lavoratori, centinaia di persone impegnate in attività culturali (ad esempio il “Meeting per l’amicizia tra i popoli“) e diverse opere di carità (ricordiamo le più famose, il “Banco alimentare” e “Avsi”). Interessante l’articolo di Claudio Giunta, docente all’Università di Trento e ateo dichiarato che si è trovato a partecipare al Meeting di Rimini, scoprendo «le meraviglie di questa organizzazione su base volontaria». Alcuni parlano di interessi in gioco, eppure le persone «che ho incontrato io, soprattutto i giovani, mi sembravano davvero disinteressati». Chi esce dalle redazioni dei giornali e si accerta di persona, scopre una verità diversa.
Una delle tante opere di carità è nata in Brasile e si chiama “Opera educativa Padre Giussani“, fondata a Belo Horizonte (Brasile) da Rosa Brambilla. Don Giussani, a cui è dedicata, è il fondatore (tra poco nominato “beato”) di “Comunione e Liberazione” e nel 2001 il futuro Papa Francesco, presentando un suo libro ha detto: «Ho accettato di presentare questo libro di don Giussani per due ragioni. La prima, più personale, è il bene che negli ultimi dieci anni quest’uomo ha fatto a me, alla mia vita di sacerdote, attraverso la lettura dei suoi libri e dei suoi articoli. La seconda ragione è che sono convinto che il suo pensiero è profondamente umano e giunge fino al più intimo dell’anelito dell’uomo».
Enrico Basaldella, titolare della Persona Film, ha realizzato il documentario “Attraverso l’Opera”, presentato alla 26ª edizione del Festival del Cinema Latino Americano a Trieste (22-30 Ottobre 2011) ritraendo il lavoro coordinato di educatori e assistenti sociali dell’“Opera educativa Padre Giussani” che si rivolge alle famiglie povere che vivono in periferia e nelle favelas, offrendo a bambini e a adolescenti la possibilità di svolgere attività ricreative e di formazione umana complementari a quelle scolastiche, accogliendo e coinvolgendo le famiglie nell’educazione e nella protezione dei figli.
Qui sotto il trailer del documentario, ricordiamocelo la prossima volta che vogliamo generalizzare contro CL.