Abbiamo ancora negli occhi le immagini del cantiere della Stazione Tiburtina in fiamme. Si dirà, è stata una fatalità, si dirà la protesta NO TAV, o i furti di rame che hanno provocato il cortocircuito, si dirà che quel cantiere andava troppo veloce e doveva essere fermato. Quale saranno state le cause del rogo lo si scoprirà (forse) solo in seguito. Ma una cosa è certa. Una grossa parte di responsabilità ce l'hanno i responsabili dei cantieri. Leggetevi questo illuminante articolo di Repubblica e capirete molte cose. Siamo un paese all'amatriciana, inaffidabile, incapace, sciatto, senza regole. I cantieri qui a Roma hanno un unico comune denominatore: sono assolutamente insicuri. L'Associazione Codici lo dice chiaramente: "Quel cantiere aperto, poteva entrare chiunque". Come sia possibile entrare in un cantiere, camminare tra le macerie e scattare foto, così, in barba alle leggi e alle normative per la sicurezza, è una cosa davvero difficile da comprendere, se non assumendo che siamo un paese di buoni a nulla che lavorano coi piedi. Dilettanti allo sbaraglio, in ogni cosa che facciamo. Qualsiasi persona sarebbe potuta entrare e non stentiamo a credere che un gruppo di zingarelli sia riuscito nell'intento di fregarsi i fili di rame all'interno di un cantiere lasciato alla mercé di tutti. Miliardi di danni, treni soppressi, tutta Roma bloccata, e ritardi infiniti per un'opera fondamentale per Roma, tutto per un furto di rame ad opera di un gruppo di zingarelli. Una situazione grottesca, surreale, da commedia napoletana. Possibilissima in una città di buoni a nulla come Roma. Guardate la foto qui sopra, è stata scattata a Piazza Nievo. E' un cantiere fermo da mesi, nessuna sa a cosa serve, hanno sequestrato un marciapiede e non stanno facendo nulla. Marciapiede che, nel frattempo, si è riempito di monnezza, trasformandosi in mini-discarica. A Roma va così. Siamo gente incivile noi.
Abbiamo ancora negli occhi le immagini del cantiere della Stazione Tiburtina in fiamme. Si dirà, è stata una fatalità, si dirà la protesta NO TAV, o i furti di rame che hanno provocato il cortocircuito, si dirà che quel cantiere andava troppo veloce e doveva essere fermato. Quale saranno state le cause del rogo lo si scoprirà (forse) solo in seguito. Ma una cosa è certa. Una grossa parte di responsabilità ce l'hanno i responsabili dei cantieri. Leggetevi questo illuminante articolo di Repubblica e capirete molte cose. Siamo un paese all'amatriciana, inaffidabile, incapace, sciatto, senza regole. I cantieri qui a Roma hanno un unico comune denominatore: sono assolutamente insicuri. L'Associazione Codici lo dice chiaramente: "Quel cantiere aperto, poteva entrare chiunque". Come sia possibile entrare in un cantiere, camminare tra le macerie e scattare foto, così, in barba alle leggi e alle normative per la sicurezza, è una cosa davvero difficile da comprendere, se non assumendo che siamo un paese di buoni a nulla che lavorano coi piedi. Dilettanti allo sbaraglio, in ogni cosa che facciamo. Qualsiasi persona sarebbe potuta entrare e non stentiamo a credere che un gruppo di zingarelli sia riuscito nell'intento di fregarsi i fili di rame all'interno di un cantiere lasciato alla mercé di tutti. Miliardi di danni, treni soppressi, tutta Roma bloccata, e ritardi infiniti per un'opera fondamentale per Roma, tutto per un furto di rame ad opera di un gruppo di zingarelli. Una situazione grottesca, surreale, da commedia napoletana. Possibilissima in una città di buoni a nulla come Roma. Guardate la foto qui sopra, è stata scattata a Piazza Nievo. E' un cantiere fermo da mesi, nessuna sa a cosa serve, hanno sequestrato un marciapiede e non stanno facendo nulla. Marciapiede che, nel frattempo, si è riempito di monnezza, trasformandosi in mini-discarica. A Roma va così. Siamo gente incivile noi.
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