Fatto costruire da Francesco I, il Castello di Chambord appartenne più tardi
a Gastone d'Orléans, fratello di Luigi XIII. Qui Molière scrisse
"Il borghese gentiluomo". Nel 1941 Chambord fu salvato dal suo curato che riuscì
anche a far liberare gli ostaggi che i Tedeschi vi avevano fatto rinchiudere
In mezzo ad un bosco ricco di selvaggina, Francesco I fece innalzare tra il 1519 e il 1540, in stile prettamente francese, da Pietro Neveu, il castello di Chambord, che è il più vasto di tutti i castelli della Loira.
E' una magnifica dimora di campagna, un palazzo incantevole, "un compendio di ciò che può fare l'industria umana", secondo quanto disse Carlo V, che il re di Francia ospitò nel 1539-40. E tuttavia, nell'insieme questo castello s'ispira ancora a grandi linee ai castelli fortificati del Medio Evo, più precisamente ai castelli di pianura: al centro un torrione quadrangolare, dei cortili d'angolo, e in alto un gran numero di tetti conici , di torrette, di abbaini dai quali si può contemplare l'immenso paesaggio verdeggiante.
Di nuovo in questo castello vi è l'armonia, i rapporti delle masse, la profusione di ornamenti, tutto essendo pretesto a guarnizioni, fino agli enormi camini che danno l'illusione di essere appena appoggiati.
All'interno la grande scalinata a due rampe, incrociantesi a spirale, comuni ad una medesima colonna, è assai celebre. La terrazza di Chambord si estende al centro di una straordinaria fioritura di pietre finemente scolpite e ordinate come un vero giardino. Da questa terrazza la Corte assisteva alla partenza e al ritorno della caccia alla volpe e al cervo, ai tornei e alle feste.