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Berlusconi si rivolse a tutti coloro che non si riconoscevano nelle idee comuniste chiedendo loro il voto in nome di riforme liberali che avrebbero fatto progredire l'Italia togliendola dal buco nero in cui stava precipitando. Moltissimi italiani gli credettero e tra questi una grande parte del mondo cattolico che aveva votato DC sino a quando ne aveva avuto la possibilità e che non si riconosceva nella cosiddetta “sinistra” DC che politicamente confluì poi nel progetto che portò alla nascita dell'Ulivo di Romano Prodi.
Dopo venti anni è ormai evidente a tutti che il progetto politico incarnato da Berlusconi con Forza Italia prima, Popolo della Libertà successivamente ed ora nuovamente con il ritorno a Forza Italia, è fallito.
Non solo Berlusconi non è riuscito a modernizzare il Paese come aveva promesso, ma la situazione che lascia dopo venti anni in cui è stato, per oltre la metà, al Governo con ampie maggioranze parlamentari, è di gran lunga peggiore di quella che ereditò. Il paese è sceso in tutte le classifiche internazionali che ne misurano la competitività nei più svariati ambiti. D’altronde la questione morale che aveva azzerato la classe dirigente della Dc e del Psi permane tuttora sia nel Centro Destra che nel Centro Sinistra. Non ci sembra quindi che la classe politica di questi ultimi venti anni possa considerarsi promossa.
In questa situazione magmatica in cui versa la politica italiana, a nostro giudizio i cattolici liberali devono trovare il coraggio di staccare definitivamente la spina al partito di Berlusconi e guardare verso nuove forme di aggregazione politica. Non si pensa di ritornare al conglomerato politico della vecchia Democrazia Cristiana dove, come nell’odierno PD, convivevano due anime che avevano visioni politiche anche molto divergenti, ma è inevitabile che da Forza Italia i cattolici liberali debbano traghettare verso una nuova formazione politica di giovani laici che scendano in campo per portare il proprio contributo di idee e di rinnovamento del Paese che vive ormai una situazione di desertificazione morale ed etica in tutti i campi della vita civile e sociale, nessuno escluso.
L’attuale classe dirigente di Forza Italia espressione diretta del Premier Berlusconi in quanto non scelta dal popolo elettore attraverso il sistema delle preferenze, ma imposta in listini bloccati, non rappresenta più, se mai lo ha rappresentato in passato, il corpo elettorale dei cattolici liberali ed è destinata a scomparire insieme al Premier ormai definitivamente fuori dai futuri giochi politici italiani.
I riferimenti culturali e le persone moralmente autorevoli non mancano, per grazia di Dio, al nostro Paese. Occorre un gesto di generosità da parte di quei giovani di buona volontà che, avendo a cuore il bene del nostro Paese, decidono di impegnarsi, anche solo per una Legislatura, per un tempo limitato, per modificare questa situazione di barbarie civile nella quale è precipitata la vita sociale del Paese.
Questo gesto di generosità deve per forza attuarsi attraverso una forma partitica nuova e possibilmente aggregativa delle diverse realtà presenti nel Paese che decidono seriamente di ispirarsi alla concezione liberale dello Stato, della società, dell’economia e della politica che fu quella dei cattolici liberali di Sturzo e De Gasperi, solo per citare due illustri padri ispiratori. I tempi per la nascita di questa nuova forza politica sembrano maturi e ricevono ispirazione anche dalla rinnovata sensibilità che la Chiesa italiana sta dimostrando verso le tematiche politiche e sociali.
Scrive Papa Francesco nella Lumen Fidei: "La fede fa comprendere l'architettura dei rapporti umani, perché ne coglie il fondamento ultimo e il destino definitivo in Dio, nel suo amore, e così illumina l'arte dell'edificazione, diventando un servizio al bene comune. Si, la fede è un bene per tutti, è un bene comune, la sua luce non illumina solo l'interno della Chiesa, né serve unicamente a costruire una città eterna nell'aldilà; essa ci aiuta a edificare le nostre società, in modo che camminino verso un futuro di speranza." (cap. IV §51)
Auguriamoci che le coscienze di molti giovani si sentano chiamate in campo per rinnovare la nostra vita politica e democratica, diversamente assisteremo al prevalere sempre più della barbarie come ai tempi finali dell’Impero di Roma...
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