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I centri NBA sono una razza in via d’estinzione? Probabilmente no

Creato il 13 dicembre 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Il tempo passa, le cose cambiano e mutano in diversi modi; a volte i cambiamenti sono veloci e radicali, altre volte sono processi lunghi e faticosi. Il gioco del basket e la NBA non fanno eccezione, tanto da far sollevare in questi ultimi anni un dibattito diventato assai frequente: la metamorfosi del ruolo del centro. Per tre generazioni, gli amanti della palla a spicchi sono cresciuti con l’idea ben precisa che una squadra, per vincere, avesse bisogno del classico 2,15 sotto canestro, che spesso rappresentava anche il migliore giocatore della franchigia e della NBA in generale.

Fin dagli albori la NBA è stata sorretta dai centri, basti pensare a George Mikan, Bob Pettit, Bill Russell e Wilt Chamberlain, che hanno poi passato il testimone a Bill Walton, Willis Reed, Kareem Abdul-Jabbar e Moses Malone, che a loro volta hanno lasciato spazio ad Hakeem Olajuwon, David Robinson, Patrick Ewing e Shaquille O’Neal. Qui occorre fermarsi. I nomi appena citati, mettono insieme complessivamente 12 premi di MVP delle Finals e 24 premi di MVP della Regular Season, numeri da capogiro che fanno capire come e quanto il peso specifico dei “5″ sia stato elevato nella storia della Lega. Oggi le cose sono evidentemente cambiate, ma non nel modo in cui tutti pensano. E’ innegabile, che il gioco si stia spostando sempre di più al di fuori dell’arco e che il prototipo Nowitzki ha fatto molta tendenza tra GM e allenatori, ma questo non significa che i centri vecchio stampo siano in via d’estinzione come invece troppo spesso si dice.

Analizzando le squadre che hanno vinto il titolo nel nuovo millennio, infatti, solo gli Heat di LeBron non hanno un centro vero e proprio in quintetto. Il fatto che negli ultimi anni la moda dello small-ball stia prendendo sempre più campo nel credo generale della NBA penalizza di sicuro il lavoro di un sette piedi, anche se, andando a vedere i roster delle pretendenti al titolo (o squadre con ambizioni importanti) di oggi, il ruolo di centro è coperto quasi sempre da giocatori di primo livello quali Hibbert, Noah, Marc Gasol, Howard, Brook Lopez, Chandler e Duncan (anche se TD è più un 4). La grande differenza tra i giocatori di oggi e quelli di ieri sta, oltre che nel cambiamento del gioco, nel fatto che i centri odierni sono la terza/quarta opzione offensiva della squadra e non più la prima/seconda come in passato. Il centro NBA di oggi, è perlopiù uno specialista difensivo con grandi doti atletiche, ad eccezione probabilmente del solo Howard, l’unico che sarebbe realmente in grado di dominare la Lega, anche dal punto di vista offensivo.

Anche la natura è artefice di questo mutamento del gioco. Il criterio naturale è infatti del tutto casuale, perché se il fato dotasse dello stesso fisico e talento di Shaq o Kareem due ragazzini che adesso hanno 16 anni, nel giro di 5 anni la NBA tornerebbe a spostarsi verso il pitturato per arginarli. Siamo quindi di fronte ad un’epoca che vede il fulcro del gioco passare per esterni e combo-guard, e non ci è dato sapere quanto duratura sarà l’epoca in questione e quanto il gioco stesso è destinato a cambiare. Quella che si sta vivendo è una sorte di era glaciale per i centri, che prima o poi (come qualsiasi cosa) finirà. Parlare intanto della loro estinzione e del fatto che siano inutili per vincere, è un errore che dobbiamo commettere.


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