Di seguito il comunicato dell’associazione Corridori Professionisti, capitanata da Gianni Bugno, in cui si prende una decisa posizione contro la decisione UCI di vietare gli auricolari in corsa. Le contestazioni che muovo i corridori riguardano, a leggere bene, soprattutto il metodo; meno comprensibile il merito della questione.
Per quanto riguarda il metodo, infatti, l’associazione stigmatizza il comportamento dell’UCI, che ha deciso di vietare gli auricolari senza averne prima parlato con tutte le componenti in causa, a cominciare dai ciclisti. Questo atteggiamento non è piaciuto all’Associazione che si augura in futuro di aprire un tavolo per una trattativa, sulla questione in discussione e sulle future.
Ma dal punto di vista del merito, però, le cose non sono chiare. Su cosa dovrebbe trattare l’UCI. Perché la Federazione internazionale ha vietato l’uso degli auricolari? Perché i ciclisti sono a favore? Anche se giro in questo mondo da anni, sinceramente non ho capito le ragioni di entrambi, visto che la questione sicurezza, sollevata dai corridori, mi appare debole. Insomma!
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COMUNICATO STAMPA – L’ 8 febbraio 2011 si è tenuta a Maiorca una riunione a cui hanno partecipato corridori in rappresentanza di 21 squadre professionistiche. Motivo dell’incontro la determinazione a reagire contro le modalità in cui è intervenuta la decisione dell’UCI di vietare l’uso degli auricolari durante le corse.
Ecco i punti fondamentali che sono emersi:
- l’UCI deve prestare maggiore attenzione alle istanze e ai diritti dei corridori che sono e devono essere considerati l’elemento primario ed essenziale di tutto il movimento.
- i corridori chiedono che l’UCI consideri il CPA ed il suo presidente Gianni Bugno quale interlocutore primario per la categoria dei corridori in relazione alle problematiche delle corse su strada. La Commissione Atleti (di recente varata dall’UCI) non può in alcun modo sostituire la funzione del CPA. Al CPA deve essere garantito il diritto di partecipazione e voto, attraverso propri rappresentanti, nel Professional Cycling Council, nella UCI Road Commission e nella Anti-Doping Commission;
- I corridori chiedono che sul tema auricolari l’UCI apra un vero tavolo di dialogo e discussione affinché sia trovato un giusto punto d’incontro tra le diverse esigenze manifestate, da un lato, da alcuni mass media e, dall’altro, dai Team, dai direttori sportivi e, non da ultimo, dai corridori. L’utilizzo degli auricolari rappresenta infatti un fondamentale dispositivo per garantire la sicurezza in corsa. Non è ammissibile che la decisione dell’UCI di vietarne l’utilizzo sia stata assunta senza tenere in minima considerazione le comuni istanze dei Team, dei direttori sportivi e dei corridori e senza una preventiva consultazione del CPA, unico ente capace di rappresentare le complessive istanze dei corridori.
- I corridori infine comunicano che, nella denegata ipotesi in cui l’UCI non dovesse accogliere le predette istanze, adotteranno (anche in accordo con i Team e i direttori sportivi) le iniziative di protesta ritenute più valide ed incisive per tutelare le proprie ragioni ed i propri diritti.
- Il presidente del CPA Gianni Bugno si unisce alla rivendicazione dei corridori, aggiungendo che chiederà ai gruppi sportivi di consegnare ai commissari UCI, prima di ogni corsa, una dichiarazione con la quale si attribuirà a quest’ultimi e alla stessa UCI la responsabilità civile e penale di ogni eventuale danno o infortunio dovesse derivare dal mancato utilizzo degli auricolari, strumento di prevenzione e sicurezza in corsa.
Prima di passare a forti azioni di protesta il CPA auspica che l’UCI voglia accettare la proposta di aprire un vero tavolo di dialogo sul tema auricolari in tempi brevissimi con tutte le associazioni internazionali di categoria.
Sottoscrivono tale documento numerosi corridori professionisti di differenti squadre e nazionalità. (com stampa)