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I cinque di Chicago

Creato il 01 agosto 2011 da Bartleboom

Negli anni '60 a Chicago un gruppo di emigrati lettoni misero su un gruppo musicale e cominciarono a produrre canzoni folk e con qualche accento “slager” in lingua lettone, e iniziarono a girare gli Stati Uniti e il Canada per suonare davanti alle comunità lettoni emigrate in nord America. Si chiamarono Čikāgas Piecīši, i cinque di Chigaco.
La band divenne famosa non solo all'interno della diaspora lettone nel continente americano, ma anche nella Lettonia sovietica, dove in moltissime case circolavano cassette pirata, tenute accuratamente nascoste.
Nel 1989 i Čikāgas Piecīši finalmente riuscirono ad entrare nell'allora Lettonia sovietica. Era il periodo dell'Atmodas laiks (il tempo del risveglio), ma Riga era ancora Urss e sarebbero dovuti passare ancora due anni lunghi, drammatici, sanguinosi, prima dell'indipendenza.
Il concerto dei Čikāgas Piecīši, fu proprio uno dei momenti importanti dell'Atmodas laiks. L’altra sera la televisione lettone ha ritrasmesso quel concerto. Suonarono al Mežaparks di Riga, di fronte a centinaia di migliaia di persone. C'era una distesa impressionante di gente di fronte a quella band abituata ai tour nella provincia americana per gli emigrati lettoni, e l'emozione e lo sconcerto si poteva vedere nei loro visi.Anche la mamma degli ometti, allora una teen ager, era in quella distesa di gente. E il concerto dei Čikāgas Piecīši fu un evento memorabile, non solo per la massa imponente di gente che si portò dietro, ma per i contenuti di quel concerto. Canzoni con testi davvero poco ortodossi per il periodo sovietico, persino qualche sketch con allusioni sessuali, argomento tabu dei tabu nell'Urss.
Le bandiere lettoni, quelle tradizionali del primo periodo di indipendenza del paese e proibitissime nell'era sovietica, sventolavano all'interno del catino del Mežaparks.
Era uno dei primi segnali del risveglio. E come sempre è successo nella storia lettone, la rivoluzione anche quella volta viaggiava sulle ali della musica e della poesia.


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