Buongiorno e bentornati!
Nuovo appuntamento con le classifiche, che ci vede in compagnia dei cinque libri che mi hanno fatto piangere. Una classifica anche questa volta personale, ma che spero vi possa interessare.
Voglio precisare che non ho mai letto dei libri dichiaratamente strappalacrime, in quanto mi sono sempre concentrato sui classici e sulla letteratura fantasy, ma in mezzo a tutte le mie letture, le cinque seguenti sono sicuramente quelle che mi hanno strappato una buona dose di lacrime.
Ecco a voi:
1 – La storia infinita
Ebbene sì, la storia di Bastiano Baldassarre Bucci mi ha fatto piangere e non poco. Qualche tempo fa pensai che fosse perché l’avevo letto durante l’infanzia, e che quindi le sue tematiche avevano colpito le mie sensazioni di bambino, ma l’ho riletto proprio l’anno scorso e devo dire che l’effetto che mi ha fatto è il medesimo. La distruzione di Fantàsia è terribile, così come sono angosciose le peripezie di Arteiu e, soprattutto, la morte del bellissimo cavallo Artax.
Ecco, mi basta rivivere quella scena nella mia mente per farmi venire gli occhi lucidi…
2 – Il Signore degli Anelli
Dirà qualcuno: che c’è da piangere in questo libro? La risposta, per me, è semplice e si basa su tre avvenimenti fondamentali, che sono la morte di Gandalf, la scoperta da parte di Barbalbero della distruzione della foresta di Fangorn, e l’ultimo addio ai Porti Grigi.
Questo libro lo conosco a memoria, avendolo letto dodici volte, più una in inglese, e non c’è stata volta in cui non abbia pianto (anche con poco contegno) incontrando queste tre situazioni.
3 – Il Signore delle Mosche
Un libro a dir poco meraviglioso, inquietante e profondamente perforante. Raramente ho letto un romanzo in grado di analizzare così a fondo le brutalità dell’animo umano. Ad ogni modo, qui stiamo parlando di libri che hanno fatto piangere, e questo è riuscito a commuovermi con la morte di Piggy, uno dei personaggi più empatici con i quali mi sia confrontato.
4 – Il Simposio
Capolavoro indubbio della letteratura di tutti i tempi, Il Simposio mi ha fatto piangere a più riprese. Tutte le descrizioni dell’amore sono emozionanti e commoventi, ma quella fatta da Socrate le batte tutte. Fa diventare l’amore un tutto, ponendolo come somma del bello e del brutto che racchiude in sé l’amante e l’amato, configurandosi come un’entità a metà fra il divino e l’umano, e quindi come tramite, come ponte fra le due nature.
Impossibile non lasciarsi andare a un pianto felice e romantico.
5 – Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis
Sebbene alcuni lo abbiano accusato di essere una copia del Werther, io ritengo che questo romanzo epistolare (il primo italiano) sia migliore rispetto al lavoro dell’autore tedesco. Lo trovo pieno di una potenza romantica più sottile e permeante. Gli incontri tra Jacopo e Teresa sono più carichi di sentimento rispetto a quelli di Werther e Lotte, e da qui i dolori dell’Ortis (sempre a parer mio) sono più forti di quelli del Werther.
Comunque sia, per quanto riguarda le lacrime che questo libro mi ha liberato dagli occhi, posso dire che ci sono stati due momenti che hanno vinto su tutti gli altri: il suicidio di Jacopo (con un pugnale, mica con una pistola!) e il colloquio con Parini.
Bene, per oggi la classifica è terminata. Spero che non vi abbia annoiato, e se non è chiedere troppo, mi piacerebbe se mi parlaste delle vostre esperienze “lacrimose” nel mondo dei libri.
Alla prossima!
Neri.