Perché di libri così ne è pieno il mondo. Ormai non si vede altro: tonnellate di buona letteratura, scempiata da registi o sceneggiatori con le pigne nel cervello, che solo perché sfruttano la scia di un successo, credono di poter percorrere lo stesso sentiero con altrettanta facilità. Ma andiamo per ordine:
5°: Il nome della
rosa
Ok, adoro Eco. Ho
letto quasi tutti i suoi romanzi e Il nome della rosa è, a mio parere uno dei
migliori.
La pecca maggiore
del film, seppur ben fatto e interpretato dal mai troppo osannato Sean Connery, è che si sofferma su un'unica chiave di lettura del romanzo, la parte investigativa,
il thriller, tralasciando ogni altro aspetto a favore del mistero.
Secondo me c'era
molto più da dire, pur utilizzando lo stesso sistema, ma si sa: ognuno vede
quello che vuole in un buon libro.
Stavolta hanno visto
solo la superficie…
4°: Amabili resti
Inserire questo film
in codesta classifica mi scoccia. Sono dell'idea che chi si sia fermato alla
visione della sola pellicola lo abbia trovato carino, interessante e costruito
discretamente. Ma come sempre accade, sotto la superficie c'è sempre qualcosa
che manca, che punzecchia lo spettatore facendogli chiedere: beh, tutto qui?
In effetti è proprio
questo il problema di questa produzione: manca la parte migliore del
libro, i continui rimandi ai pensieri di
Salmon, le descrizioni del suo paradiso, del logoramento della famiglia, che
seppur mostrato non raggiunge di certo gli apici del libro.
Questo e molte altre
sfaccettature hanno fatto si che il film mi lasciasse con un senso di delusione
e di poca profondità.
3°: Echi mortali
Il romanzo
originale, Io sono Ellen Driscoll, è una perla nel repertorio di Richard
Matheson, una piccola e splendida poesia che fa della suspence e del mistero il
suo punto di forza. Il libro è appassionante, psicologico e molto
introspettivo, arrivando a raggiungere picchi a dir poco inquietanti.
Il film, al
contrario, risulta piatto, scontato, prevedibile, e con un finale che fa
gridare alleluja solo perché finalmente si può spegnere il televisore e tornare
alla lettura di un buon libro.
Da evitare.
2°: Il tagliaerbe
Devo proprio
ammetterlo: questo film, preso a se stante, non sarebbe neanche malaccio. Però
se penso che il tutto è nato, ovviamente dopo un delirio post traumatico, dal
racconto "La Falciatrice" contenuto in A volte ritornano di Stephen
King, allora proprio non riesco a mandarlo giù.
Nel film non c'è
nulla del racconto, se non la falciatrice stessa che volando (sì, davvero
volando) uccide il povero malcapitato di turno, Per il resto è tutta farina del
sacco del regista che, forse intuendo un significato nascosto fra le righe del
racconto, vi ha visto una storia che spazia dalla metafisica al mondo della
realtà virtuale e degli esperimenti sugli animali.

E con questo è tutto. Sicuramente in molti non saranno d'accordo con le mie opinioni, ma tant'è.
