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I cittadini addormentati.

Creato il 07 maggio 2015 da Lostilelibero

Cose pese...

Quella che abbiamo conosciuto dall’epoca delle “Grandi Rivoluzioni” in avanti, è spesso stata una democrazia spuntata, che teneva maggiormente in considerazione la conservazione del proprio potere e non invece, come sarebbe stato logico sospettare, l'agevolazione verso il bene comune. (le regole democratiche, a ben vedere, sono semplici escamotage per favorire una parte - partito - a scapito di tutti gli altri che non "parte-cipano " a quella particolare oligarchia). L'assolutismo democratico, infatti, ha spesso mascherato sotto il velo delle fittizie libertà gl’interessi dei soliti noti, dei potentati, delle lobby, dei grumi di potere e degli status quo acquisiti. Ma quanto ha influito il popolo - diventato nel frattempo cittadino senza saperlo - nel permettere a questi "pochi" di continuare ad esercitare i propri interessi "particolari"? 

Ho la sensazione che al cittadino piaccia, almeno genericamente, essere guidato, ordinato, comandato. "Egli" non ha mai fatto nulla, o quasi, per liberarsi dal giogo dei poteri forti, anzi talvolta, se ben sponsorizzati, li asseconda legittimandoli (a meno che non si voglia ancora credere alle favole sulla Rivoluzione del 1789, a quella a stelle e strisce, a quelle contemporanee, arabe, ecc....). E infatti usiamo questa presunta libertà, per quanto fittizia, influenzata dall'esterno, per riempire il vuoto con una miriade di oggetti spesso inutili, coi social network, coi grandi magazzini, consumando... insomma, trovando nuove dipendenze. La libertà e l'esercizio del proprio diritto non sembrano importare un granché a quel minorenne cittadino drogato di devertimento. Anzi, in questa voglia di deresponsabilizzante passività, egli è stato quantomeno connivente coi capi e coi pastori che, di volta in volta, si è scelto come guide da seguire. Eppure quell’idealizzato popolo ha saputo talvolta anche scegliersi  da solo il senso da seguire (curiosamente però, proprio quando non poteva democraticamente scegliere a chi sottoporsi). E’ il caso delle jacquerie (1358), in cui i contadini si rivoltarono alla nobiltà feudale perché incapace di svolgere appieno i propri doveri statuiti dalla sedimentazione millenaria delle consuetudini, ciò su cui poggia la stessa idea di aristocrazia, la sua stessa giustificazione e superiorità: difendere il popolo. Durante la fase iniziale della Guerra dei Cent’anni, la cavalleria francese venne infatti meno a quel compito: sconfitta  a Crécy e a Maupertuis, il popolo non la riconobbe più nelle sue funzioni legittimanti, e si ribellò così all'incapacità dimostrata dall'aristocrazia nel tutelarlo (Bloch svela nei Rois thaumaturges la legittimità e la devozione con le quali i re venivano investiti persino a ridosso della Rivoluzione del 1789: “anche nella Francia del secolo XVIII il rito -taumaturgico-  di guarigione continuò ad essere solennemente praticato dal re. Per Luigi XV conosciamo una sola cifra, del resto approssimativa, di malati toccati: il 29 ottobre 1722, il giorno dopo la consacrazione, più di duemila malati scrofolosi si presentarono a lui nel parco di Saint. Rémi di Reims). cittadini addormentatiUn popolo, piaccia o non piaccia, che da “soggiogato” poteva comunque godere di una certa libertà, una libertà non ricevuta dall’alto, ma che si poteva prendere nell’assenza di un potere forte, ché il potere non era ancora capace, per mancanza di strumenti, di farsi sistema razionale, Stato. Laddove il medievale contadino Jacques Bonhomme si sentì in dovere di protestare contro l’inettitudine aristocratica, noi progrediti democratici cittadini moderni, specie in Italia, abbiamo invece capito che è bene solo lamentarsi, continuando a sottometterci e a subire l’inettitudine e le pretese di quelli che detengono il potere. Meglio la quiete; meglio non disturbare gl’interessi dei vertici -chissà che non mi prendano di mira personalmente -. Rammolliti dal benessere, vili ed impauriti, in fondo ci accontentiamo di soddisfare piccoli bisogni esistenziali: comprarsi di tanto in tanto una macchina nuova, un paio di scarpe all’ultimo grido o uno smartphone di ultima generazione." Al popolo interessa soprattutto la concretezza, mangiare e bere, la “pancia piena"… l’inscalfibile democratica bellezza!


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