Tutti coloro che hanno figli, prima o poi, si trovano in fila per i colloqui con i professori. Non è un bel vivere, si sa, ai colloqui. Per tale motivo, a volte, si intavolano dei discorsi cogli altri genitori.
Agli ultimi recenti colloqui, nella scuola di mia figlia, mentre ero in attesa, ho preso a discutere con una mamma che si trovava in fila insieme a me.
All’inizio il nostro dialogo si è nutrito delle solite frasi fatte: “Ma come sono difficili questi nostri giovani!”, “Il mondo attuale è pieno di trappole e di pericoli!”, “Credono di essere grandi, ma sono ancora bambini!”, ” E’ un’età veramente difficile!”e così via banalizzando.
Dopo un po’ ho chiesto alla signora: – “Ma perchè le fonti non ci hanno tramandato alcuna testimonianza della difficile e problematica età adolescenziale?”
la signora mi ha risposto: ” In effetti mi pare di poter dire che nei tempi andati l’autorità degli adulti surclassasse in blocco ogni questione della complessa tematica adolescenziale…”
- ” O magari”- ho interloquito – “il periodo adolescenziale veniva assorbito nella precocità di un’età adulta prematura! Sto pensando” – ho chiosato” – “all’età romana, quando i futuri legionari si arruolavano a 15 anni, le donne andavano in ispose subito dopo la pubertà e più in generale si lasciava la casa paterna appena si poteva.”
- ” Eh, già!” – ha esclamato la signora, convenendo – ” I nostri giovani, prima dei trent’anni, mica se ne vanno da casa!”
- ” Se mi permette, signora” – ho poi aggiunto – ” vorrei aggiungere qualcosa che forse non c’entra niente… mi è venuta in mente mentre parlavamo…
- ” Dica pure” – ha acconsentito la genitrice incuriosita.
- ” Nei tempi andati, siano essi quelli di ambientazione greco-romana, oppure quelli della Bibbia o degli altri mondi a noi più lontani, solo i bambini più forti sopravvivevano alla forte mortalità infantile; mentre oggi, per fortuna, il progresso in campo medico e scientifico ha consentito alla nostra società di fare sopravvivere anche le creature più deboli; è logico quindi che la soglia di resistenza degli esseri umani si sia piegata verso il basso, evidenziando le fragilità emotive e fisiche in quella maniera che tanto ci sgomente e ci affligge…
La signora ha annuito.
Ripensandoci non sono però sicuro di avere pensato un cosa giusta.
Resta comunque la domanda: ” Ma perchè il problema del periodo adolescenziale, con le sue tremende e complesse problematiche si è sviluppato e dibattuto soltanto adesso?”
Che sia un altro regalo della tanto osannata rivoluzione del ’68?