Immaginate di recarvi presso un punto vendita per comprare un nuovo televisore. Una volta scelto modello e prezzo, se chiedete al rivenditore quanto vi durerà quell’apparecchio egli, supponendo che sia moderatamente onesto, vi risponderà dai 5 ai 10 anni.
Gli sarà possibile fare una stima della durata del televisore perchè conosce il segreto degli elementi reattivi.
Cosa sono gli elementi reattivi?
In un circuito possiamo trovare diversi elementi sia passivi (assorbono potenza) che attivi (erogano potenza) ma talvolta anche reattivi, cioè dipendenti da altre grandezze non di tipo elettrico come temperatura, pressione, tempo trascorso dalla prima attivazione.
Alcuni di questi simpatici componenti sono montanti su qualsiasi dispositivo hi-tech delle correnti generazioni, dai netbook all’iPad, dagli LCD agli schermi 3D, dagli smartphone ai navigatori satellitari.
La maggior parte di questi elementi reattivi si attiva (come una bomba ad orologeria) alla prima accensione del dispositivo ed essendo essi tarati per fare qualcosa dopo un numero fissato di cicli di lavoro (quasi sempre fissato ad un valore temporale che supera i limiti della garanzia dell’apparecchio) questo qualcosa comincerà a manifestarsi sottoforma di surriscaldamento, malfunzionamento o semplice insorgenza di fastidiosi bug.
Questo perchè ogni dispositivo ha una vita (elettrica e fisica) non infinita e dipendente dall’uso più o meno corretto che l’utente ne fa ma anche degli incidenti di percorso come le cadute: i costruttori per tutelarsi nei confronti dell’utente più accurato e parsimonioso inseriscono allora degli elementi reattivi tra i circuiti dei vari dispositivi in modo di adeguarne la vita ai tempi dell’industria.
Quindi non vi stupite se il vostro pc smette di funzionare dopo soplo un anno, o il vostro smartphone comincia a fare le bizze dopo 3 anni: è stato tutto calcolato e pianificato dai nostri cari amici costruttori per costringervi a comprare il modello nuovo.