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I comuni italiani e lo sviluppo delle fonti rinnovabili: le proposte dell’Anci

Creato il 10 gennaio 2012 da Lucia Navone @lucia_navone

A margine dell’audizione alla Camera, conclusasi poco fa, le osservazioni dell’ Associazione Nazionale Comuni Italiani sul quadro normativo vigente. Tra le priorità anche l’emergenza occupazionale

Alessandro Bolis Vicesindaco di Carmignano di Brenta - Componente ufficio di presidenza ANCI Nazionale
“Il ruolo delle città ha un’importanza cruciale nel conseguimento della qualità della vita dei cittadini e in obiettivi come la mitigazione del cambiamento climatico, il risparmio energetico, la mobilità sostenibile, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la spinta allo sviluppo verde delle nuove tecnologie mediante l’utilizzo esteso delle ICT”.

Così Alessandro Bolis, vice sindaco del Comune di Carmignano di Brenta e membro dell’Ufficio di Presidenza Anci parlando a margine dell’audizione presso l’VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera per un’indagine conoscitiva sulle politiche ambientali e in particolare in relazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Nel documento sintetico presentato in audizione, accanto alle principali linee strategiche e di intervento portate avanti per i Comuni a favore delle politiche di sviluppo, energetiche ed ambientali, l’Anci ha illustrato alcune osservazioni sul quadro normativo vigente, in particolare sul decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/28/CE approvato il 3 marzo 2011, evidenziando anche alcune questioni aperte dal punto di vista normativo e attuativo.

Come evidenziato nel documento “con l’acuirsi della crisi economica su scala nazionale, l’Anci ha sottolineato più volte al Governo la necessità di introdurre tra le deroghe già previste all’applicazione di sanzioni in caso di mancato rispetto del Patto di Stabilità anche quella inerente i diversi proventi e incentivi percepibili dagli enti locali tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili ed efficientamento energetico. Tale deroga – precisa l’Associazione dei Comuni – si ritiene tanto più urgente quanto in linea agli impegni cogenti imposti ai diversi Stati Membri dalla nuova direttiva comunitaria 2009/28/CE e agli obiettivi stabiliti di sostegno alle azioni di sviluppo nazionali e regionali, di scambio di migliori prassi tra iniziative di sviluppo locali e regionali in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili, di stimolo alla produzione decentrata e al ricorso di fondi strutturali”.

“Tra le questioni aperte – ha chiarito Bolis in audizione – l’Anci ha sottolineato l’importanza di un celere coinvolgimento degli enti locali nei prossimi momenti attuativi previsti dall’attuale quadro normativo, soprattutto in relazione alle fonti rinnovabili come l’eolico, le biomasse, l’idroelettrico e il fotovoltaico, settore che – ha ribadito il vice sindaco – è stato oggetto di una revisione in corso d’opera che secondo l’Anci ha penalizzato gli investimenti già programmati disincentivando pesantemente il meccanismo dell’apertura di credito”. Secondo Bolis “si ritiene dunque necessaria una maggiore incisività dell’azione di tutti i soggetti preposti all’attuazione delle procedure tecniche”.


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