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I consigli di un padre..../Storia maliana

Creato il 18 settembre 2011 da Marianna06

In un villaggio, ad alcuni chilometri di cammino dalla capitale, Bamako, viveva una famiglia numerosa e serena come lo sono quasi tutte le famiglie africane, dove collaborarsi, grandi e piccini, è naturale così come anche  accontentarsi del poco che si ha.

Un giorno, il padre,il capo-famiglia, resosi conto che il figlio maggiore , ormai uomo, era un po' troppo sempliciotto, lo chiamò da parte e  pensò bene di dargli dei consigli pratici di vita, specie per gli anni a venire.

"Figlio mio- gli disse- tieni presente  sempre che nella vita di tre categorie di persone non devi mai  assolutamente fidarti".

E gli elencò innanzitutto le donne. A cominciare da sua madre e poi dalla moglie eventuale.

Inoltre c'era da diffidare dei commercianti,cui non chiedere mai denaro in prestito.Per nessuna ragione. E anche se amici.

E, infine, degli uomini potenti.

Il giovane ascoltò ma non era del tutto convinto della bontà dei consigli.

Così , morto il padre, volle provare a fare di testa sua e a sperimentarne la veridicità.

Per prima cosa andò a trovare un amico commerciante, cui chiese in prestito del denaro per l'acquisto di un' ascia.

E fu subito accontentato e anche con  una certa gentilezza da parte dell'uomo.

Acquistata l'ascia e fatto ritorno a casa, disse prontamente alla giovane moglie, tutta premure e moine, che era sua intenzione andare a fare legna in foresta.

 E così effettivamente fece.

Al rientro però ,invece della legna promessa, si presentò dalla donna con un ingombrante  involucro misterioso.

E le disse,senza troppi giri di parole,  che si trattava del cadavere di un predone, che lo aveva assalito mentre lavorava e che lui, per difendersi,  era stato costretto ad uccidere.

Naturalmente la preghiera alla moglie era che ,fino al seppellimento del predone, non se ne facesse parola con nessuno.

Come potete immaginare il suggerimento del marito alla moglie svanì in men che si dicesse.

E, a cominciare, dall'amica del cuore della donna, a poco a poco tutto il villaggio, passando la notizia di bocca in orecchio, seppe che nella capanna di Sitan era occultato un cadavere.

Accadde ovviamente che l'informazione arrivasse anche alle orecchie del capo della polizia locale(leggi : uomo potente) e che questi si recasse immediatamente nella capanna di Sitan e di suo marito per verificare.

Ivi giunto però, meraviglia delle meraviglie, srotolato il bianco lenzuolo che avrebbe dovuto avvolgere il cadavere, al suo posto comparve solo un robusto tronco d'albero,che l'uomo in foresta aveva tagliato con la sua ascia.

Intanto il commerciante, che aveva fatto il prestito per l'acquisto dell'ascia, venuto a conoscenza della situazione di difficoltà e di sospetto, non mancò d'informare le autorità di essere intenzionato a ricevere subito indietro il suo denaro dall'uomo, cui lo aveva dato in prestito.

Specie in caso di condanna del reo, non intendeva perdere neanche un centesimo dei suoi soldi.

E così il "nostro" uomo, finalmente, comprese benissimo il significato dei consigli di suo padre e, per i giorni a venire, fu decisamente molto ma molto più prudente.

Anche se non viviamo in Mali, tirate le somme,  io azzarderei, visti i tempi che corriamo, che poi  sono i tempi di sempre, non sarebbe  forse meglio che anche noi tenessimo conto della morale di questa storia?

Che dite?

 

   A cura di Marianna Micheluzzi  (Ukundimana)

 

Padre_e_figlio
 

 


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