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I danni della Red Bull di Vettel ad Interlagos

Da Carlo69 @F1Raceit
Tecnica vettel_senna

Published on novembre 26th, 2012 | by Antonio Granato

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Nell’era di una F1 aerodinamicamente estremizzata, proprio una Red Bull, figlia di Adrian Newey, ovvero di colui che ha contribuito a renderla così “Formula aerodinamica”, ci dimostra come una vettura pur così aerodinamicamente complessa, con gravi danneggiamenti nella zona degli scarichi possa continuare ad andar forte e consentire al suo pilota di vincere il mondiale.

La Red Bull RB 8, ricordiamo, aveva subito danni al primo giro dopo un contatto con Bruno Senna. La parte più danneggiata risultava essere proprio quella più studiata quest’anno dalle varie squadre, quella degli scarichi dei gas motore. I team infatti erano riusciti, sfruttando l’effetto Coanda, ad utilizzare e convogliare i gas di scarico per “sigillare” il diffusore ed ottenere nuovamente quel carico perso con l’abolizione dei diffusori soffiati. E proprio in quella zona, sulla vettura di Vettel, si erano concentrati i danni della botta con Bruno Senna.

Già resterà per sempre un mistero, come una vettura, colpita con quella violenza, possa continuare a correre senza riportare danni che la costringano alla fermata. Pensare poi, che non ha risentito apparentemente di cali  prestazionali quando il danno era nella zona che sviluppa un carico fondamentale per l’equilibrio della monoposto, è a dir poco stupefacente. Verrebbe quasi da chiedersi se allora la ricerca esasperata di nuove forme e dettagli aerodinamici a volte abbia senso…

Ma vediamo il danno:

I danni della Red Bull di Vettel ad Interlagos
 
I danni della Red Bull di Vettel ad Interlagos
Dalle foto (cliccabili) è chiaro come la zona del fondo, davanti al pneumatico posteriore sinistro sia danneggiato, ed abbia perso tutte le caratteristiche aerodinamiche che avrebbe dovuto mantenere per un corretto funzionamento. Proprio lì, nella parte superiore grazie all’effetto Coanda vengono convogliati i gas di scarico tra pneumatico e diffusore, mentre nella zona inferiore scorrono i filetti fluidi dell’aria fredda che, grazie alla conformazione del corpo vettura a “Coke-Bottle“, vengono immessi all’interno del diffusore. Tutta la parte è chiaramente compromessa e resa inefficiente, almeno così sarebbe sembrato…

Ad aggiungere dettagli al danno subito da Vettel ci pensa poi proprio il suo Ingegnere progettista Adrian Newey che ci racconta di un danneggiamento ancor più preoccupante secondo lui:

“Abbiamo poi fotografato la macchina e ho visto tutti i danni carrozzeria. Ma più preoccupante era una piega enorme nel sistema di scarico. Normalmente questo tipo di danno allo scarico porterebbe alla rottura con possibilità d’incendio di parte della carrozzeria.”

“Tutto quello che potevamo fare era cambiare la mappatura del motore per mantenere il gas di scarico più freddo possibile. Abbiamo ovviamente perso prestazioni con tutto quel danno.”

Pur con danneggiamenti di questo livello, la RB8 di Sebastian Vettel è arrivata al traguardo consentendo al pilota tedesco di aggiudicarsi il suo terzo titolo mondiale consecutivo. Avevamo sempre pensato alla Red Bull come ad una macchina delicata sotto il punto di vista dell’affidabilità… ora dobbiamo ricrederci e giudicarle, per forza di fatto, macchine indistruttibili. Qualcuno forse si risentirà di questo, ma visto quanto accaduto, e visto l’epilogo della corsa, viene naturale definire Vettel un pilota fortunato, forse un pochino lo pensa anche Adrian Newey : “Ad essere onesto, dopo il primo giro ho pensato che era probabilmente tutto finito”, ha detto a Sky Sport. “Sono rimasto molto sorpreso nel vedere la macchina continuare ad andare”.

Twitter: @antoniogranato


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