Dal 25 gennaio 2011 a oggi l’Egitto ha perso almeno 1,100 vite, 1,100 martiri, le cui famiglie devono ancora vedersi compiuta una giustizia e realizzati i valori per cui queste persone hanno fatto dono di se stesse senza riserve. Non possiamo scherzare ora, elencando fantomatici lati positivi della politica di Morsi, presidente fantoccio neanche in grado di farsi comprendere da chi parla la sua stessa lingua (i suoi discorsi deliranti erano diventati la barzelletta settimanale, anche molto grazie al satiro Bassem Youssef). Sono tantissimi gli egiziani che lo rifiutano anche dopo averlo votato un anno fa, e che per questo si sentono doppiamente presi in giro. Comunque, quando si tratta di diffondere notizie, c’è poco da ridere, e la responsabilità di chiunque lo faccia in questi giorni a mio parere è grande. Questo quello che ho raccolto in un anno tra i risultati del governo Morsi (dati verificabili), a cui aggiungerò altri punti che mi sfuggono ora se voleste aiutarmi ad integrare il pezzo qui o via FB:
- Le riserve di valuta straniera sono diminuite di un terzo mentre, gli investimenti stranieri si sono radicalmente ridotti. Il pound egiziano è crollato. - Proposta di legge dei salafiti (Yassir Barhami) sul matrimonio: un uomo può sposare una femmina già dall’età di 9-10 anni ed iniziare a svolgere su di lei attività sessuali moderate. Sposare una donna in questa giovane età permetterà di tenerla lontana dal peccato (un palliativo all’infibulazione delegalizzata?). Ovviamente la cosa non varrebbe per i maschi. - Ostacolare la vendita di alcolici, proibire la licenza agli esercizi di nuova apertura e cercare di dirottare il turismo verso i paesi islamici più integralisti, meglio se ricchi, limitando invece l’accesso agli occidentali se possibile. - Toglierci la benzina o limitarla drasticamente, perché era meglio svenderla ai suoi compagni adepti di Hamas a Gaza, ottenendo così anche il prezioso effetto secondario di contribuire ad immobilizzare il cittadino egiziano. - Toglierci l’energia elettrica a più riprese e per lunghe ore per mesi, a partire dalle città più popolose del mondo alle località turistiche di mare, commettendo inoltre omicidio con la morte di una trentina di bimbi negli ospedali causa black out con generatori d’emergenza ormai esauriti. - Tentativo di far arrestare un libero professionista, medico e satiro, Bassem Youssef, per la colpa di mostrare nei suoi programmi puri copia e incolla dei discorsi del Presidente e dei suoi Ministri.
- Continuo arresto di prigionieri politici e attivisti. - Tentativo di cedere un triangolo del sud dell’Egitto al Sudan. - Creare il caos nel settore immobiliare del Sinai: Morsi limita l’usufrutto e il diritto all’eredita facendo tornare le proprietà straniere e anche di tutte le coppie miste al Governo se non opportunamente ”difese” in precedenza con atti legali. Riduzione dei diritti sulla proprietà acquistata dai 99 anni ai 50 (in pratica, un prestito d’immobile, un affitto a lungo termine). - L’auto-assegnazione di poteri assoluti da parte di Morsi nell’ottobre 2012, a 4 mesi di distanza circa dalla sua elezione (e meno male che si puntava alla democrazia). - Connivenze con Hamas e gruppi terroristici dell’area fatte passare per benevolenza e solidarietà nei confronti della causa dei territori palestinesi occupati da Israele. “Vendita” di notizie privatissime sullo Stato egiziano a questi gruppi e tentativi di vendere terreni demaniali del Sinai all’estero, mentre sul Canale di Suez viene data carta bianca al Katar. - Morsi si fa calciare fuori dall’Etiopia dopo la sua visita e subito dopo il paese africano dichiara di aver intenzione di iniziare i lavori alle dighe sul Nilo, che creerebbero contingenti danni al paese egiziano.
- Gaffe storica in diretta TV del Presidente e dei suoi ministri che farneticano su come risolvere la questione delle dighe etiopi sul Nilo in una riunione top secret. Una figuraccia incancellabile – e pensare che l’Egitto è stata patria di una civilizzazione unica al mondo (3000 anni di pace e progressi scientifici) e di genti nobili e virtuose per tanto tempo.
- L’assegnazione a esponenti islamisti di ben 13 governatorati su 27 e in particolare quello di Luxor, nell’Alto Egitto. L’assegnazione della antica città di Tebe, oggi polo turistico tra i più visitati del paese, ad Adel al Khayat, membro dell’ala politica del movimento della Gamaa al Islamiya, responsabile nel 1997 dell’attacco terroristico in cui furono uccisi 60 turisti. responsabilità delle conseguenti tensioni e scontri nel paese (idem per il governatorato di Monufiya). - Il vecchio e ormai trito stratagemma di affibiare a intervento straniero la colpa dell’instabilità o delle divisioni interne al paese. Da notare i disgustosi riferimenti sessuali fatti in pubblico, le metafore viscide e volgari utilizzate dal Presidente ogni qualvolta parlava in questi termini dell’Egitto, lasciando gli ascoltatori a dir poco straniti – oltre che il più delle volte perplessi per l’impossiblità stessa di comprendere i suoi discorsi, il tutto rintracciabile in rete. - Carenza di acqua e di medicinali. - Scontri violenti e vittime tra musulmani e cristiani copti. - Aumento della violenza per le strade, aumento dei furti nelle case e perdita di controllo della zona del Sinai, dove i beduini hanno iniziato a costruire senza permessi e fuori controllo approfittando del suo governo.
- Rifiuto di Presidenti di molti Paesi di invitarlo o di incontrarlo personalmente, inviando al loro posto rappresentanti. - Resa di una visione distorta dell’Islam.
Per avere questo sono morti 1.100 ragazzi? A voi proseguire la lista…