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i deliri di Antonio Ricci

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Non serve molto vestire le veline. Lo afferma Loredana Lipperini, autrice di “Ancora dalla parte delle bambine”, un libro cotnro gli stereotipi di genere nell’infanzia.

Loredana Lipperini è stata attaccata dal TG satirico che la etichetta come una “mistificatrice” dopo aver parlato con la stampa estera circa il ruolo che ricoprono le donne in televisione- quindi anche le Veline di Striscia.

Allo stesso modo Antonio Ricci attacca Lorella Zanardo per aver osato parlare dell’incarico svolto dalle veline in una trasmissione su Raitre. L’autore televisivo vorrebbe che tutte le donne fossero Veline e preferirebbe lo fossero anche le sue figlie.

Il suo grido di battaglia è Meglio veline che giornaliste“, letteralmente meglio che le donne stiano al loro posto ad occupare ruoli marginali se sono belle per evitare che vengano molestate da colleghi di sesso maschile.  Come se la colpa di tutto ciò fosse la bellezza femminile anzichè una società abituata a vedere le donne come oggetti e a sceglierle secondo quei parametri anche quando ricoprono ruoli professionali. Mi ricorda un pò la storia della minigonna, ovvero “non la indossare perchè sarai esposta agli stupri”.

Insomma, le donne non si devono permettere ad invadere posti prettamente maschili e in caso contrario non si lamentino se vengono molestate.

Pochi giorni fa la redazione lascia sul sito di Striscia un articolo che descrive dettagliatamente vita, morte e miracoli di Fefè e Cocò. Le due vallette sarebbero due suore di clausura, due Sante Maria Goretti dei giorni nostri

Premetto che nessuna donna impegnata nell’ardua battaglia finalizzata al contrasto degli stereotipi di genere ha mai messo in dubbio la moralità di queste due ragazze. Si è sempre parlato di dignità femminile, violata dal viecolare di vecchi stereotipi di genere cosa che nulla ha a che fare con la moralità delle ragazze, la quale non è stata tirata in ballo nemmeno quando si manifestava contro il Ruby Gate.

Per difendere la reputazione delle sue ragazze, Antonio Ricci le veste nei panni di scolaretta Lolita delle elementari, come quelle che si vedono in alcuni generi pornografici.

Ora le due Veline appaiono vestite di qualche centimetro più di stoffa, non per difendere la dignità femminile, visto che ricoprono praticamente lo stesso ruolo ornamentale di prima, ma per difendere la loro l’onorabilità, come fanno i peggiori maschilisti e moralisti.



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