"Il pensiero cattolico è sovente equivocato, come se la Chiesa sostenesse un'ideologia della fecondità ad oltranza, spingendo i coniugi a procreare senza alcun discernimento e alcuna progettualità. Ma basta un'attenta lettura dei pronunciamenti del Magistero per constatare che non è così". Queste la parole di Giovanni Paolo II del luglio 1994.
Egli ha proseguito: "Nel prendere la decisione di generare o di non generare essi devono lasciarsi ispirare non dall'egoismo né dalla leggerezza, ma da una generosità prudente e consapevole, che valuta le possibilità e le circostanze [...]. Quando dunque si ha motivo per non procreare, questa scelta è lecita, e potrebbe persino essere doverosa. Resta però anche il dovere di realizzarla con criteri e metodi che rispettino la verità totale dell'incontro coniugale nella sua dimensione unitiva e procreativa, quale è sapientemente regolata dalla natura stessa nei suoi ritmi biologici. Essi possono essere assecondati e valorizzati, ma non "violentati" con artificiali interventi".
Interessante il recente l'articolo del dott. Gregory K. Popcak, direttore dell'ente cattolico "Pastoral Solutions Institute": catechizzati da amici, familiari e dai media, ha scritto, tutti pensano che la Chiesa cattolica odi il sesso, utilizzato solo per mantenere la donna in un costante stato di gravidanza, molte coppie credono che la Chiesa non abbia nulla di interessante e utile da dire sul sesso. Se siete una di queste coppie sposate, ha proseguito Popcak, benvenuti. Vorrei condividere qualcosa con voi che i vostri amici, la famiglia e i media non sanno. La Chiesa cattolica, anzi Dio, vuole che voi abbiate una vita sessuale incredibile, sempre più appassionata e che duri il più lungo possibile.
Nel luglio scorso su "US News & World Report" è stato pubblicato un articolo con questo titolo: "I devoti cattolici hanno una sessualità migliore, dice lo studio". L'articolo riprende le affermazioni del "Family Research Council", basate su decenni di ricerca, in particolare uno studio dell'Università di Chicago che ha rilevato una sessualità più piacevole e più frequente tra le persone sposate che frequentano la chiesa almeno una volta a settimana (nell'articolo vengono poi citati come precedenti altri studi che nulla c'entrano). Popcak, autore di numerosi libri sulla sessualità nella dottrina cattolica (come "Holy Sex! A Catholic Guide to Toe-Curling, Mind-Blowing, Infallible Loving"), ha spiegato i motivi di tali risultati: per avere un rapporto sessuale soddisfacente, è necessario coinvolgere tutto noi stessi: fisicità, dimensione relazionale e spiritualità. Se i tralascia una qualsiasi di queste tre dimensioni, si rende il sesso meno interessante e piacevole. I devoti cattolici, coloro che usano i metodi di pianificazione naturale (NFP), sono pronti a coinvolgere tutte e tre queste dimensioni per la loro sessualità coniugale. I metodi naturali, infatti, rendono la coppia intimamente consapevole del corpo, questi metodi chiamano la coppia a comunicare ad un livello più profondo rispetto alle altre sulla natura del loro desiderio sessuale per l'altro. Infine, i cattolici che fanno uso dei metodi naturali si rendono conto che il sesso non è solo un atto fisico, ma spirituale (pensiamo al Cantico dei Cantici.
Per tutto questo, ha spiegato, i devoti cattolici sono gli amanti migliori perché capiscono che il sesso non è solo sesso. Esso è in ultima analisi, anche uno strumento per diventare migliori, più passionali, più autenticamente amorevoli e la gioia che sperimentano in camera da letto è un segno di quello sforzo che facciamo per diventare ciò che Dio ci chiama ad essere. Essere grandi amanti ovviamente non si riferisce solo a ciò che accade in camera da letto, ma a come ci si relaziona tutto il giorno, l'uno con l'altra e viceversa.
La sessualità è un dono di Dio e per questo va preso seriamente, ma non certo osteggiato. La Chiesa non l'ha mai fatto, nonostante tanti pensino così, l'astinenza completa è una vocazione scelta solo da alcuni (sacerdoti, suore ecc.) ma non è richiesta ad ogni cattolico. Allo stesso tempo il sesso non va concepito solo a fini procreativi: l'attività procreativa deve essere un'attività responsabile soggetta alla virtù della prudenza e se la virtù della prudenza esige la sospensione dell'attività procreativa, i coniugi possono usufruire dei naturali periodi di infecondità della donna. Questo perché la sessualità ha anche una finalità unitiva. La Chiesa insegna che quando si hanno motivi seri per non procreare (motivi medici, economici o sociali, ha spiegato Pio XII), questa scelta è lecita, e potrebbe persino essere doverosa. E' utile approfondire tutto questo leggendo la riflessione del compianto dott. Bruto Maria Bruti.
Resta però anche il dovere di realizzare questa sessualità non a scopo procreativo, con criteri e metodi che rispettino la verità totale dell'incontro coniugale, quale è sapientamente regolata dalla natura stessa nei suoi ritmi biologici. Lo sanno bene tutte le coppie che frequentano i corsi prematrimoniali organizzati dalle Diocesi, a cui viene loro insegnato l'uso dei cosiddetti metodi naturali per la regolazione della fertilità. "La Chiesa è favorevole alla regolamentazione naturale della fertilità, a quei metodi cioè fondati sull'ascolto delle indicazioni e dei messaggi forniti dal corpo", è stato spiegato su "l'Osservatore Romano". Ha concluso Popcak: "la Chiesa non ti dice questo perché vuole intrometterti nella tua vita. La Chiesa davvero vuole farti vivere tutta la passione e l'amore che Dio vuole darvi, essa ha veramente qualcosa da dire che i tuoi amici, familiari e la maggior parte dei media vuole dirti".
La redazione