di Violetta Orban
La regione mediorientale, crocevia di importanti interessi strategici, economici e geopolitici, ricopre un ruolo rilevante ed estremamente delicato nel panorama delle relazioni internazionali. Gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno conferito nuova urgenza alle problematiche relative alle interrelazioni tra regimi politici interni, terrorismo internazionale e sicurezza globale e hanno focalizzato l’attenzione in particolar modo su alcuni Paesi in chiave di anti-terrorismo, di sradicamento di formazioni integraliste e di stabilizzazione dell’area.Nel 2004 l’amministrazione repubblicana di Bush, che aveva precedentemente presentato gli interventi in Afghanistan nel 2001 e in Iraq nel 2003 come azioni miranti a rovesciare governi e gruppi ritenuti fiancheggiatori di cellule terroriste in grado di destabilizzare l’ordine globale, ha esposto ufficialmente le linee guida della politica mediorientale statunitense. Per la prima volta si è fatto esplicito riferimento al concetto di Grande Medio Oriente, prospettando un radicale cambiamento della politica occidentale in un arco esteso dal mondo arabo ad Iran, Turchia, Israele, Pakistan e Afghanistan, con lo scopo di esercitare pressioni a favore dell’apertura di spazi di democratizzazione e garantire un livello più elevato di sicurezza internazionale.
Il diverso approccio alle principali questioni internazionali del Presidente democratico Obama ha incluso un rafforzamento dell’uso dei droni fuori dai confini degli Stati Uniti, introdotto dal suo predecessore, con prevalenti finalità di anti-terrorismo che si è concentrato su due Paesi ritenuti strategici a questo scopo, lo Yemen e il Pakistan.
Scarica gratuitamente il Research Paper N°27/novembre 2014: ”I droni nelle operazioni di intelligence e anti-terrorismo in Yemen e Pakistan“
Photo credits: US Air Force/Senior Airman Larry E. Reid Jr
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