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I famosi cravattari di Busto Arsizio

Creato il 02 settembre 2010 da Stiven1986

Gli incontri fra vittimi e cravattari avvenivano presso uffici volanti, ma veniva preferita l’area all’esterno di un bar di Busto Arsizio, in provincia di Varese. La banda individuava le vittime prevalentemente tra piccoli imprenditori – talvolta a rischio di fallimento – e in nuclei familiari in gravi difficolta’ economiche. A questi, dopo aver beneficiato di prestiti (da 4mila a 60mila euro), applicavano tassi che superavano il 20% mensile ed il 200% annuo. Complessivamente e’ stato verificato un volume d’affari pari ad oltre 500mila euro. Oltre 30 sono le vittime dei reati accertate.

Le indagini hanno consentito poi di individuare la rete di estorsori che approfittava del forte potere intimidatorio esercitato dalla figura del capo dell’organizzazione, un uomo di origine catanese noto per i suoi precedenti penali, specie in materia di spaccio di sostanze stupefacenti. Il boss trattava direttamente e personalmente con le vittime dell’usura, le quali si rivolgevano a lui con estrema deferenza e rispetto; a lui si affiancava una rete di intermediari che agivano solo su specifica delega.

Il sodalizio proponeva anche metodi di pagamento alternativi: sono infatti al vaglio degli investigatori le compravendite di alcuni immobili di proprieta’ delle vittime che potrebbero essere state cedute a saldo del debito tramite operazioni fittizie. In altri casi i debitori sono stati costretti a prestazioni lavorative gratuite presso alcune imprese edili alle quali talvolta e’ stata altresi’ garantita la fornitura gratuita di materiale edile vario. E proprio nel settore dell’edilizia avveniva il riciclaggio del denaro, sia attraverso imprese direttamente riconducibili ai membri dell’organizzazione che attraverso false fatturazioni emesse tramite imprese compiacenti.

Quando saltano fuori fatti come questi, viene proprio da chiedersi: quanti immigrati criminali clandestini ci ha aiutato a respingere Gheddafi, oggi? Già.



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