Magazine Cinema

i-FILMSonline

Creato il 14 febbraio 2013 da Ifilms

prince avalanche scenaIl cinema americano continua a spopolare alla Berlinale 2013: dopo Promised Land di Gus Van Sant e The Necessary Death of Charlie Countryman di Fredrik Bond (entrambi deludenti) e l’avvincente Side Effects firmato Steven Soderbergh, è il turno di Prince Avalanche, diretto da David Gordon Green, classe 1975, regista che, prima di piegarsi alla logica commerciale del mercato hollywoodiano, aveva ottenuto un buon successo di critica grazie all’esordio George Washington (2000). Questo suo ultimo film rappresenta un ritorno alle origini e identifica un tipo di cinema più indipendente e personale.

 

Prince Avalanche è ambientato in Texas nell’estate del 1988 e racconta degli operai Alvin (Paul Rudd) e Lance (Emile Hirsch), costretti a ridipingere la segnaletica di un’interminabile strada di campagna. Presi dallo sconforto a causa dell’isolamento in cui vivono, sentono fortemente la mancanza delle cose per loro più importanti: feste e ragazze per Lance, l’adorata fidanzata (sorella maggiore del compagno di sventure) per Alvin, alla quale il ragazzo scrive appassionate lettere d’amore.

Remake dell’islandese Either Way (trionfatore del Torino Film Festival 2011, particolarmente apprezzato da Gordon Green per le affinità con la propria sensibilità artistica), Prince Avalanche nasconde, sotto i toni della commedia, una nostalgia e una malinconia di fondo che rendono l’opera poetica, anche se un po’ furba nel calcare la mano sulle immagini del paesaggio circostante, creando comunque un’estetica personale che non manca certo di fascino.

Nonostante l’eccessiva durata e alcune ambizioni filosofiche di troppo, il film nel complesso convince, grazie soprattutto ad una riflessione non scontata sulla solitudine e alle buone interpretazioni dei due attori protagonisti.

Voto: 2,5/4


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :