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Creato il 24 aprile 2013 da Ifilms

uomini controMercoledì 24/4/13, ore 23.15, IRIS

 

«Quando vedi la guerra in faccia non ne hai voglia di parlarne!». Regista di grande impegno civile, Francesco Rosi, dopo aver analizzato nelle sue opere, con puntiglio documentaristico, le ambigue interconnessioni tra potere politico, economico e criminalità organizzata, ha scritto una pagina importante anche nel cinema antimilitarista.

Liberamente ispirato alla più importante opera della letteratura italiana sulla Prima Guerra Mondiale, Un anno sull’Altipiano (1938) di Emilio Lussu, il film è un sentito apologo pacifista che mette in luce la follia della guerra e l’ottuso autoritarismo presente in trincea. Sull’altopiano di Asiago, tra il 1916 e il 1917, un giovane ufficiale italiano interventista viene a contatto con gli orrori e l’assurdità del conflitto bellico, e si confronta con l’incompetenza dell’Alto Comando. Accusato di un eccesso di retorica faziosa e di aver tradito lo spirito della pagina scritta, Rosi, in realtà, ha costruito un pamphlet intimista che va al di là dell’episodio storico in sé, per elevarsi a messaggio di denuncia universale. Teso, vibrante, spettacolare, a tratti didascalico, ma permeato da un forte desiderio di scuotere le coscienze, attraverso un’innegabile nobiltà d’intenti. Rosi, denunciato per vilipendio dell’esercito, venne assolto in istruttoria. Gian Maria Volonté, Alain Cuny e Mark Frechette strepitosi. Fotografia: Pasqualino De Santis; musiche: Piero Piccioni.

Bellissimo.


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