Con i Marlene Kuntz – che non si pronunzia “canz” come dicevo una volta, ma “cunz”, come l’esperienza mi insegnò successivamente – ebbi un rapporto piuttosto felice durante gli anni della maturazione fisica e intellettuale.
Crebbi ascoltando Il Vile.
Cercai di infilare la lingua in bocca a qualcheduna con Nuotando nell’Aria. Per poi rendermi conto che Jack Frusciante è uscito dal Gruppo aveva mandato tutto a puttane.
Insomma. Apprezzavo moltissimo i Marlene.
Cristiano Godano era un modello di dannazione adolescenziale e incomprensione violenta.
Era un figo.
Brutto e colto, utilizzava un linguaggio forbito, fornendo un servizio alle anime in formazione.
I Marlene erano snob.
Di conseguenza tu che li ascoltavi eri figo sopra la media.
Fino a quando non arrivò Hai Paura del Buio.
E Manuel Agnelli e il suo tubetto ebbero la meglio.
Poi arrivò Skin, che diede il colpo di grazia.
Seguirono anni di sfiga. Di barbe e capelli lunghi fuori controllo.
Fino al barbiere. Alle Miss Valtellina ventenni in gonnellina corta.
E a questo video qui. Che dovrebbe essere “ironico”, “coraggioso” e “provocatorio” secondo la testata di informazione quotidiana più letta in Italia.
Io però lo definirei fulgido. Discretamente algido. Relativamente caustico.
E vi dico solo un’altra cosa: ci sono tanti acini d’uva.
Acini. Che quelli dell’uva così si chiamano.
L'articolo I fulgidi Marlene Kuntz è ovviamente opera di Frankezze.