Marco Preve è un giornalista salito al disonore della cronaca per aver scritto un demenziale articolo il cui scopo principale è il solito, ossia screditare chi si occupa di geoingegneria clandestina.
Chi è Marco Preve?
“Marco Preve, quarantasei anni, è nato a Torino, ma vive e lavora a Genova da quasi vent’anni come giornalista del quotidiano «La Repubblica». Ha iniziato come corrispondente di provincia, poi come cronista di nera e da tempo si occupa principalmente di giudiziaria e inchieste tra affari, politica, speculazione edilizia e urbanistica. Ha seguito i delitti del serial killer Donato Bilancia, poi le giornate del G8 del 2001 ed i processi che ne sono seguiti e ancora i principali scandali in Liguria, specialmente quelli legati al porto di Genova e al casinò di Sanremo. È interessato, anche come fenomeno sociale, alle battaglie dei comitati e delle associazioni ambientaliste. Collabora con “Micromega” e “L’Espresso”. Per “Chiarelettere” ha scritto nel 2008 assieme a Ferruccio Sansa "Il partito del cemento", e nel 2010 “La colata”, insieme a Ferruccio Sansa, Andrea Garibaldi, Antonio Massari e Giuseppe Salvaggiulo. Cura quotidianamente su internet un blog dal titolo “Trenette e mattoni” all’indirizzo www.preve.blogautore.repubblica.it, diventato luogo di denuncia e approfondimento di questioni legate alla devastazione del territorio della Liguria e alle malefatte di amministratori, banchieri e imprenditori”.
Sono dunque queste le credenziali di Marco Preve. Appartiene alla scolaresca di cronisti, pubblicisti, autori che sembrano la coscienza critica del sistema. “Micromega”, “L’Espresso”, “La Repubblica”… tutte testate che galleggiano nella maleodorante palude della pseudo-sinistra, di un’opposizione falsa e stitica, dell’ambientalismo d’accatto, dell’anti-berlusconismo di maniera. Sono pubblicazioni che da decenni fungono da valvola di sfogo per sudditi indignati contro i privilegi della casta. Sono scartafacci per radical chic, intellettualoidi dalle pose anticonformiste, “rivoluzionari” borghesi, per la low e middle class piena di frustrazioni superate solo quando Travaglio denigra Berlusconi. E’ un’accozzaglia di scribacchini che, soltanto per aver denunciato gli abusi edilizi di qualche palazzinaro e per aver messo alla gogna un paio di amministratori corrotti (che grande scoperta!), presumono di essere degli eroi della libertà, dei moralizzatori. Ignorano che il sistema stesso ha previsto questo loro patetico dissenso destinato a lasciare inalterato lo status quo. Sono simili a quei bambini che giocano alla guerra, immedesimandosi a tal punto nei contendenti da credere di combattere veramente.
Il Dottor Preve ha pubblicato due libri per la casa editrice “Chiarelettere”, incarnazione dell’editoria organica al potere sotto le apparenze della critica all’establishment.
Per “Chiarelettere” scrive, ad esempio, il meteorologo Luca Mercalli, noto negazionista, il sedicente “verde” che vede il filo d’erba e non la foresta.
Per “Chiarelettere” scrive Sandro Provvisionato, in forza a Canale 5, perfetta testimonianza di quel “giornalismo” che si barcamena fra timide inchieste ed adesione piena all’ideologia dominante propalata dalle reti “Mediaset”. Ci si arruffiana il pubblico con un’inchiesta un po' fuori dal coro per poi ribadire ad ogni piè sospinto le versioni ufficiali sul 9 11 e compagnia cantante.
Marco Travaglio è la punta di diamante della casa editrice in questione. Il personaggio si squalifica da sé.
Gianluigi Nuzzi ha pubblicato qualcosa per i tipi di “Chiarelettere”. Nuzzi è il reporter che ha avuto il merito di rivelare alcuni scandali del Vaticano, salvo poi mettere in risalto per contrasto un’inesistente Chiesa buona. E’ stata un’operazione molto efficace, con cui un’analisi impietosa del Vaticano di fatto l’ha rinvigorito e legittimato. Nuzzi ha realizzato il suo reportage per la scandalosa rete televisiva “La 7”, bivacco di ignoranti, di gazzettieri, di cattivi maestri, alcuni dei quali legati al Gruppo Bilderberg. “La 7” è il pendant sul piccolo schermo di quel mucchio di immondizia, noto come gruppo editoriale “L’Espresso S.P.A.” (beneficiario di 17 milioni di euro l'anno di finanziamento pubblico). In questo ammasso puzza in particolar modo la spazzatura nota come “Giornalettismo”.
Insomma le referenze del Dottor Preve sono quelle sopra riportate, l’ambiente in cui opera è quello poc’anzi descritto.
Che cosa ci si poteva attendere? Il giornalismo mainstream partorisce mostri, anche e soprattutto quando scrivono per quotidiani e periodici “indipendenti”, anzi indidementi.
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