Presentati alla stampa i dati aggiornati di una importante ricerca italiana, curata dall’ Istituto di Medicina dello Sport FMSI di Torino ed effettuata su 6873 undicenni frequentanti la prima media e sottoposti ad una visita medico sportiva nell’anno scolastico 2011-12. Un’indagine, ormai trentennale, unica in Italia e in Europa per numero di soggetti visitati ( più di 200 mila ad oggi ) e per il tipo di check up effettuato, voluta dall’Assessorato allo Sport del Comune di Torino e svolta dall’Istituto. Uno studio che negli anni e tuttora ha fornito informazioni importanti ed utili ad Istituzioni, Scuola e Famiglia: dati, raffronti e statistiche relative a peso, altezza, capacità respiratorie, forza muscolare, incidenza delle fratture,malattie infettive ed allergie, sport praticati e capacità motorie degli adolescenti. I dati risultanti dall’aggiornamento odierno, elaborati dal Dott. Gian Pasquale Ganzit , Direttore della Ricerca Scientifica dell’Istituto, evidenziano un incremento del numero dei ragazzi che praticano regolarmente sport (il 70% dei maschi di cui il 48,4% a livello agonistico e il 62% delle femmine di cui solo il 27,4 % a livello agonistico).
Questa impegno sportivo programmato non appare però sufficiente da solo a determinare un controllo ottimale del peso e a bilanciare in modo adeguato il rapporto tra le calorie giornaliere apportate e quelle spese. Se infatti, da un lato, i più giovani e le loro famiglie dimostrano una maggior sensibilità verso la pratica sportiva, dall’altro la ricerca restituisce un dato decisamente meno confortante di un continuo trend in crescita dei parametri relativi al peso corporeo , anche in relazione alla statura, con il 39% dei maschi e il 34% delle femmine in sovrappeso di cui, rispettivamente, il 12% e l’ 8,5% obeso . Stato preoccupante e conseguenza di uno stile di vita comunque ancora troppo sedentario e di abitudini alimentari non corrette. Lo sport, da questo punto di vista, è un correttivo che gioca un ruolo anche importante, ma non può risolvere il problema del sovrappeso. E’ necessario aumentare l’attività motoria anche in altra parte del tempo libero, sostituendo giochi e passatempi sedentari con il movimento (l’ottimale per i bambini è pari a circa 90 minuti di attività motoria giornaliera ), ed assumere una corretta alimentazione limitando, in particolare, i cibi ad elevato contenuto calorico. “Oggi – commenta l’Assessore allo Sport della Città di Torino, Stefano Gallo – posso certamente ritenermi soddisfatto del dato generale sull’incremento di praticanti. Nel contempo però mi sento di sottolineare come dobbiamo indirizzare maggiormente i nostri sforzi, in affiancamento alle famiglie, per trasmettere ai più giovani, con forza ed incisività, il messaggio che per loro è fondamentale sviluppare un approccio più corretto al cibo in associazione ad una vita quotidiana più dinamica. Dove per dinamica non intendo necessariamente orientata alla pratica sportiva amatoriale o addirittura a livello agonistico, ma piuttosto ad una costante attività fisica, ad un’abitudine al movimento che li aiuti a contrastare una sedentarietà spesso connaturata al tipo di impegni che devono affrontare. Pensiamo soltanto alle tante ore passate a studiare sui libri. Attività motoria e corrette abitudini alimentari rappresentano davvero la formula per tendere ad una vita adulta qualitativamente migliore.”
Dal punto di vista dell’ efficienza fisica lo studio sottolinea inoltre gli effetti del peso corporeo sulle prestazioni aerobiche e sulla forza muscolare , con una tendenza alla riduzione delle prime e al mantenimento dei valori nel secondo caso. Questo significa che l’attività motoria di tipo aerobico a questa età è insufficiente a mantenere un rapporto ottimale con il peso corporeo mentre la necessità dei muscoli di muovere un peso corporeo maggiore determina uno stimolo sufficiente della forza anche nei soggetti in sovrappeso. Nei soggetti obesi, entrambi i parametri risultano significativamente inferiori, riferiti all’unità di peso corporeo, rispetto ai soggetti considerati nei limiti della normalità. Questa difficoltà di adattamento è evidenziata già a questa età da valori maggiori della pressione arteriosa, una delle componenti che con il passare dell’età determina effetti patologici sull’apparato cardiocircolatorio. Quanto emerso da questa indagine, al di là dell’indubbio interesse statistico, rafforza quindi la convinzione che l’aumento dell’attività motoria va incentivato in ogni aspetto della vita quotidiana, accompagnato da un miglior controllo alimentare, già a partire dall’infanzia, al fine di prevenire conseguenze negative sulla salute e patologie in età adulta.